«Sosteniamo il principio dell’apertura tecnologica ma deve essere bilanciato con i nostri obiettivi di politica climatica». Queste le parole della presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen che è volata in Germania per ribadire l’importanza dello stop alla produzione di auto a combustibile fossile. L’approvazione del Regolamento era stata infatti rinviata a data da destinarsi proprio per l’opposizione di alcuni membri, tra cui Roma e Berlino. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha voluto rassicurare la presidente: «Il problema è risolvibile».
Voto rinviato – Il Coreper (Comitato degli ambasciatori dei Paesi membri dell’Unione) aveva deciso di cancellare dall’ordine del giorno del Parlamento Europeo il voto sul bando alla produzione di motori a combustibile fossile dal 2035 in Europa. Bulgaria e Polonia avevano già mostrato la loro contrarietà. Ai due Paesi si sono uniti Italia e Germania: «Non ci sarà fine al motore a combustione interna. Per molti anni l’Fdp (il partito dei liberali tedeschi) ha condotto una campagna per la libertà tecnologica e noi vogliamo mantenere questo impegno», aveva spiegato il ministro delle Finanze tedesco Christian Lindner. Voto rinviato sine die quindi. «L’Italia ha svegliato l’Europa e la decisione è un segnale importante», aveva commentato il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso
Le preoccupazioni – Il motivo per cui il ministro dei Trasporti tedesco Volker Wissing ha minacciato di bloccare il voto del provvedimento è la mancanza di una «risposta vincolante» dell’Ue sulla questione dei combustibili eFuel, cioè carburanti sintetici neutrali per il clima. Bruxelles ha finora mostrato scarso interesse verso questi carburanti. Secondo i governi tedesco e italiano, più preoccupati degli altri per il settore dell’automotive, questo tipo di carburanti potrebbero rappresentare un’alternativa valida allo stop totale. Per questo, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni aveva esultato al rinvio del voto europeo: «Un successo italiano, per non chiudere a priori il percorso verso tecnologie pulite diverse dall’elettrico».
Il riavvicinamento – Durante l’incontro in Germania, von der Leyen ha voluto rassicurare sul fatto che Bruxelles voglia «mettere in sicurezza l’industria automobilistica». Da parte sua, Scholz ha fatto un passo avanti verso l’Ue: «Si tratta di qualcosa su cui siamo tutti d’accordo nel governo e anche con la Commissione».
«A tempo debito» – «Il Coreper tornerà sulla questione a tempo debito», aveva comunicato il portavoce della presidenza svedese del Consiglio Ue Daniel Holmberg quando era stato annunciato il rinvio del voto. Il provvedimento fa parte del pacchetto di misure Fit for 55 contro il cambiamento climatico e per la decarbonizzazione dell’Europa, con l’obiettivo di raggiungere il Net Zero. Per raggiungerlo, «siamo in contatto con i Paesi membri sulle nuove preoccupazioni emerse per valutare quale sia la strada migliore da percorrere ora», ha affermato Dana Spinant, portavoce della Commissione europea.