La nomina di Luigi Di Maio a rappresentante speciale dell’Unione Europea nel Golfo Persico è stata ratificata dal Comitato Politico e di Sicurezza dell’Ue. Non c’è stata nessuna discussione tra gli ambasciatori dei 27 Stati membri, che hanno preso atto dell’indicazione dell’Alto rappresentante Ue per la Politica Estera Josep Borrell. La nomina dovrà essere ratificata anche dal Consiglio europeo, poi Di Maio potrà entrare in carica.
Il ritorno – Sembrava sparito dalla scena pubblica dopo le elezioni politiche del 2022, quando Impegno Civico aveva ricevuto appena lo 0,6% dei voti alla Camera e lo 0,4% al Senato, invece Di Maio è tornato. Borrell lo ha indicato come inviato speciale dell’Ue nel Golfo, in quanto «l’ex ministro degli Esteri italiano ha il necessario profilo politico a livello internazionale per questo ruolo». L’Alto rappresentante Ue per la Politica Estera lo ha scelto tra una rosa di candidati che comprendeva anche l’ex commissario europeo per la Grecia, Dimistris Avamopoulos, l’ex ministro degli Esteri cipriota, Markos Kyprianou, e l’ex inviato dell’Onu in Libia, Jan Kubis. Se la nomina verrà ratificata anche dal Consiglio europeo, Di Maio assumerà il nuovo ruolo a partire dal primo giugno, giorno del quinto anniversario del suo primo giuramento da ministro. La durata iniziale sarà di 21 mesi, fino al 28 febbraio 2025.
Critiche del centrodestra – «È semplicemente vergognoso. Nonostante la scelta democratica di milioni di italiani per un governo di centrodestra, i burocrati si ostinano a pescare dal mazzo grillini e Pd», ha tuonato il vicesegretario della Lega e componente della commissione Esteri alla Camera Andrea Crippa. Parole confermate anche dall’europarlamentare leghista Alessandro Panza: «Dopo tutti i danni fatti da Di Maio è più che una presa in giro, è un attacco al governo e un vero insulto agli italiani che lo avevano sonoramente bocciato alle elezioni». Più neutro, invece, il ministro degli Esteri Antonio Tajani: «Non è il candidato del governo italiano. Ho sempre detto a Borrell che non lo è, anche se è una scelta legittima. È nelle sue facoltà».
Continuità con Draghi? – Il nome di Di Maio era stato raccomandato da Mario Draghi in una delle sue ultime iniziative da presidente del Consiglio. Proprio su questo punto si è soffermato il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte: «È singolare che Meloni non si sia opposta, la dice lunga sulla sua connivenza a conferma che la sua politica rivela piena continuità draghiana». Parole smentite dal vicepresidente del Senato, Maurizio Gasparri, che ha presentato una proposta di risoluzione per chiedere di votare “no” a questa designazione. «Gli esponenti di vertice del governo italiano in carica hanno ribadito più volte che quella di Di Maio sarebbe una scelta del precedente governo», si legge nel testo della proposta, «dall’attuale governo emergono perplessità sull’idoneità dell’ex ministro degli Esteri a ricoprire un incarico così delicato, in un’area così complessa».