C’è grande attesa per il nuovo Dpcm, previsto per mercoledì 13 gennaio, che disciplinerà i comportamenti da adottare dal 16 gennaio in avanti. Tra le proposte sul tavolo del presidente del Consiglio Giuseppe Conte ci sono l’introduzione di una zona bianca (con il ripristino di molte libertà per chi vi risiede) e un provvedimento anti-movida, per scoraggiare l’assembramento davanti ai locali chiusi. La necessità di un intervento di questo tipo è dettata dalle ultime rilevazioni sul coronavirus: molte regioni sono vicine alla soglia critica del parametro Rt (quello che descrive la velocità di contagio del virus). Il rapporto tamponi effettuati/nuovi positivi è ora al 13,3%.
I numeri – Rispetto al giorno precedente, la data di domenica 10 gennaio ha registrato un aumento dei contagi di 7.090 unità e i morti sono 361 in più rispetto a quelli del 9 gennaio. L’indice di positività tra tamponi e positivi risultava del 13.3% (in aumento rispetto all’11,6 % del giorno precedente). Sono tre le regioni che superano in modo significativo il valore di Rt =1, punto in cui il contagio si propaga esponenzialmente. Sono Calabria, Emilia-Romagna e Lombardia. La situazione delle altre non è rosea, visto che Lazio, Piemonte e Veneto sono molto vicine a quella soglia e la velocità di contagio in Liguria, Molise, Sardegna, Sicilia, Umbria e Valle d’Aosta oscilla sempre intorno a Rt =1.
Fino al 15 – Fino al 15 gennaio continuerà il divieto di spostamento tra regioni, o verso una provincia autonoma diversa dalla propria (ciò vale per il Trentino e per l’Alto Adige). E’ la cosiddetta “zona gialla rafforzata” a cui sono sottoposte tutte le regioni tranne cinque: Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Calabria e Sicilia. Esse sono “arancioni” dall’11 di gennaio. Se abitate in una di queste cinque, potrete girare per il vostro comune senza autocertificazione, ma dovrete presentarla nel caso dobbiate recarvi in un comune limitrofo. Le regole per bar e ristoranti sono diverse in base al colore. Per le regioni in zona gialla sarà possibile per bar e ristoranti rimanere aperti fino alle 18.00. Dopo è consentito l’asporto. In zona arancione, invece, non è lecito consumare all’interno dei locali ma sarà possibile ordinare e portare via. Indipendentemente dal colore della regione i negozi al dettaglio saranno aperti e i centri commerciali chiusi nei festivi e nei prefestivi, così come saranno serrate le porte di teatri, cinema, palestre e piscine. Per le scuole superiori la didattica in presenza al 50% ha ripreso solo in Toscana, Val d’Aosta e Abruzzo: il piano di apertura del governo ha visto l’opposizione di molti presidenti di regione.
Dpcm – Il nuovo Dpcm riguarderà le misure da adottare dal 16 gennaio, per i successivi 45 giorni. È quasi certezza il proseguimento del sistema dei colori e il mantenimento della zona gialla rafforzata (cioè niente spostamenti tra regioni). La raccomandazione è di non ospitare più di due persone non conviventi al netto degli eventuali minori di 14 anni, come nel periodo natalizio. Dalle 22.00 alle 5.00 rimarrà il coprifuoco. Pochi dubbi anche sul prolungamento dello stato di emergenza per agevolare la gestione della pandemia. Infine, I governatori fanno pressione contro il meccanismo di ‘zona rossa automatica’, proposto dall’Istituto Superiore di Sanità. Esso prevederebbe che una regione entri nella fascia a rischio più grave se presenta 250 contagiati ogni 100mila abitanti. Attilio Fontana, capo della giunta lombarda, ammette che la Lombardia molto probabilmente sarà rossa, visto l’Rt a1,27.
Le novità – Secondo il Corriere della Sera c’è grande fibrillazione per l’ipotesi della fascia bianca. I cittadini che risiedono in un territorio con basso contagio potranno recarsi in bar e ristoranti senza limiti, andare a teatro e al cinema. Il coprifuoco sarà allentato. Al vaglio anche la riapertura di palestre e piscine, anche se in proposito sembra esserci un certo scetticismo da parte del governo. Ciò potrebbe riflettersi anche nei contenuti del nuovo Dpcm. I membri del Comitato Tecnico Scientifico (Cts) propongono l’Rt pari a 0,50 come criterio necessario per essere ammessi in zona bianca. Il carico sulle strutture ospedaliere sarà sicuramente un altro parametro da soddisfare. Infine, dopo gli episodi di Milano, Roma, Lucca, Catania e Livorno, dove molti ragazzi si sono radunati fuori dai locali dopo le 18 con “i bicchieri in mano”, il governo sta pensando a una mossa stop-movida. Ne parla l’edizione cartacea del Corsera. Secondo il quotidiano di via Solferino l’idea è di impedire la vendita d’asporto ai locali dopo l’orario di chiusura. Anche per venire incontro ai disagi per i commercianti, il governo accelera sullo scostamento di bilancio in vista dei nuovi “ristori”.