Ali tarpate per migliaia di voli e ritardi a catena anche nei prossimi giorni. E tutto per colpa di un singolo file. È quanto accade negli Stati Uniti a seguito del guasto al sistema di trasmissione dati e informazioni per i piloti, il Notam (Notice to Air Mission), che nella mattinata di mercoledì 11 gennaio ha tenuto a terra oltre 1300 aerei e causato il ritardo di circa 10mila voli. Mentre la Casa Bianca esclude la possibilità di un attacco informatico, le prime indagini della Faa, l’agenzia del Dipartimento Usa che regola il trasporto aereo e ha ordinato il blocco dei decolli, individuano un file danneggiato alla base del fallimento del sistema. Spunta anche l’ipotesi dell’errore umano.

Cosa è successo – Ci sono volute 12 ore di guasto al sistema informatico nazionale di allerta sui servizi aeroportuali in uso a piloti ed equipaggi prima che la Federal Aviation Administration (Faa) decidesse di imporre il blocco ai decolli. Durante la notte di martedì 10 gennaio il Notam, il sistema attraverso il quale i piloti ricevono bollettini aggiornati sulla rotta, su eventuali pericoli in cielo e in terra e sulle condizioni metereologiche ha smesso di funzionare. E così anche il suo backup. Un problema di sicurezza che ha portato l’autorità aeronautica a interrompere i voli tra le 2 e le 9 di mattina di mercoledì 11 gennaio, con conseguenze per gli aeroporti nazionali più affollati, da Los Angeles a New York. Le principali compagnie di aviazione hanno comunicato che oltre il 40% dei  voli sono stati cancellati o hanno subito ritardo in quella che è stata definita dai media statunitensi come «la peggiore giornata per l’aviazione commerciale dall’11 settembre 2001» e avvertono che i disagi potrebbero proseguire anche nei prossimi giorni.

Voli cancellati e in ritardo; Fonte: ANSA

No hacker – Ancora nessuna certezza sull’origine del guasto. Le prime indagini della Faa sull’incidente parlano di un «file danneggiato» che avrebbe mandato in tilt l’intero sistema. Fonti interpellate dall’emittente televisiva statunitense ABC News puntano il dito su un ingegnere dell’agenzia, che avrebbe «sostituito un file con un altro» causando il danno al sistema. Un errore «in buona fede», secondo la fonte del sito statunitense, che «è costato al Paese milioni di dollari».

Sicurezza informatica – Esclusa quindi l’ipotesi di attacco informatico, in un periodo di grande allerta a causa delle tensioni tra Washington e i suoi rivali, prima tra tutti la Russia. Il ministro dei Trasporti Usa, Pete Buttigieg ha difeso la decisione della Faa di interrompere i decolli, definendola una «giusta scelta» che ha salvaguardato la sicurezza dei cittadini. Rassicurazioni anche dalla Casa Bianca che parla di «nessuna prova diretta di un attacco informatico». Lo scorso ottobre il gruppo di hacker vicino al Cremlino, Killnet, aveva infiltrato i siti di 14 aeroporti statunitensi. Rimangono perplessità da parte degli esperti di sicurezza informatica, che sottolineano l’importanza della cybersecurity in questo momento storico e leggono nell’incidente l’arretratezza dei sistemi americani. Il Notam è in funzione dal 1947. Il New York Times mette sotto accusa invece il problema alla carenza di fondi che ha caratterizzato il settore dell’aviazione americano negli ultimi dieci anni.