Fonte: Ansa

Dopo aver ricoverato 530 pazienti in tre ondate di Covid, il reparto di terapia intensiva aperto nei padiglioni di Fiera Milano City chiuderà a partire da martedì 1 marzo. Ad annunciarlo una nota della vicepresidente e assessore al Welfare di Regione Lombardia Letizia Moratti, dopo che il 25 febbraio è stato dimesso l’ultimo paziente ricoverato. Con il calo di contagi e ricoveri, la struttura verrà chiusa definitivamente e tutte le apparecchiature verranno trasferite in altri ospedali. «Ringrazio Fiera Milano e tutti gli operatori sanitari, medici, infermieri, e i tanti volontari che si sono adoperati nella struttura di emergenza in questi mesi di lotta al Covid – ha dichiarato Moratti – Lo straordinario successo della campagna vaccinale ha contribuito in modo decisivo al drastico calo dei ricoveri».

Un simbolo della lotta al Covid – L’ospedale aveva riaperto per la terza volta lo scorso 14 gennaio, dopo l’aumento dei contagi causato dalla variante Omicron: i pazienti ricoverati nei due moduli di terapia intensiva sono stati però solo 26, numeri decisamente inferiori rispetto ai 490 che ha avuto la Fiera tra fine ottobre 2020 e giugno 2021, quando la struttura era stata chiusa per la seconda volta. Adesso, complice anche il ritorno della Lombardia in zona bianca, potrebbe essere la volta definitiva. Le apparecchiature per la terapia intensiva potrebbero essere trasferite nel nuovo centro lombardo per le emergenze dell’ex Caserma Aeronautica militare di Gallarate, in provincia di Varese, e il personale sanitario (oltre 500 tra medici e infermieri) riassegnato alle strutture di provenienza. L’ospedale, voluto da Guido Bertolaso e ideato sul modello di quello di Wuhan, era aperto nei periodi più critici della pandemia e veniva messo in stand-by quando calavano i contagi. In Lombardia era diventato uno dei simboli della lotta al Covid, quasi un orologio che scandiva le fasi dell’emergenza sanitaria.

Le critiche – Costato circa 21 milioni di euro provenienti da 1.200 donazioni private, l’ospedale FieraMilano non è stato esente da critiche. Molti politici lombardi, specie tra le fila di M5s e Pd, avevano espresso dubbi sull’investimento, che soprattutto durante la prima ondata aveva portato ben pochi frutti: solo 25 pazienti ricoverati a fronte di una spesa considerevole. A maggio 2020, pochi mesi dopo l’apertura, la procura di Milano aveva aperto un fascicolo sulla fondazione che ha realizzato la struttura, dopo che il sindacato Adl Cobas Lombardia aveva presentato un esposto in cui si chiedeva di condurre accertamenti sull’intera operazione. Dalle indagini però non è emerso nessun illecito e il fascicolo è stato archiviato.

Non solo terapia intensiva – I padiglioni 1 e 2 del Portello – area sulla quale è sorta la struttura ospedaliera – sono stati utilizzati anche per la campagna vaccinale: poco meno di un anno fa ha preso il via la somministrazione per anziani, sanitari, forze dell’ordine e insegnanti fino a trasformarsi, nell’ultimo periodo, in un centro vaccinale specializzato nei bambini. In poco meno di un anno, le dosi somministrate al Portello sono state più di mezzo milione.