Due ore in meno per chi viaggia da Napoli a Bari. Appena 10 minuti risparmiati per le merci che transitano da Milano a Venezia. La nuova bozza del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) descrive quanto veloce andrà “l’alta velocità” italiana al termine dei progetti finanziati dall’Unione Europea. Il piano prevede massicci interventi nel sud Italia, a cui verranno dedicati tra il 45 e il 50% degli investimenti per le ferrovie. La società pubblica Rete Ferroviaria Italiana (Rfi) sarà la principale responsabile dei lavori. Dal punto di vista della transizione ecologica, l’obiettivo è aumentare il traffico dei passeggeri su rotaia dall’attuale 6% al 10%, con un risparmio di 2,3 milioni di tonnellate di Co2 entro il 2030.

L’alta velocità al sud – L’intenzione di portare l’alta velocità nel Mezzogiorno era stata più volte annunciata. Lo ha promesso Draghi, ma anche il precedente esecutivo guidato da Giuseppe Conte. A oggi “Italo” e “Freccia Rossa” arrivano solo fino a Salerno, lasciando scoperto il resto del territorio. Sono tre gli interventi per fare arrivare i treni superveloci nelle principali città meridionali. Il primo collegherà Napoli con Bari in due ore, con un risparmio di 90 minuti rispetto alla linea esistente. Sulla tratta si muoveranno 10 treni all’ora al posto degli attuali 4, anche grazie all’investimento sui doppi binari. Chi si sposterà da Palermo a Catania (o viceversa) riuscirà a risparmiare un’ora di viaggio, e anche qui aumenterà la frequenza: da 4 a 10 treni ogni ora. Roma sarà connessa a Reggio Calabria. I passeggeri impiegheranno 60 minuti in meno rispetto a oggi e si stima un risparmio di 40 minuti tra Salerno, Battipaglia e Paola (provincia di Cosenza) nella tratta regionale integrata.

Gli altri Tav – Gli interventi sull’alta velocità al nord riguardano soprattutto il trasporto merci. Il Pnrr non contiene voci sulla Torino-Lione per una questione di tempistiche (non sarà attiva prima del 2026). Diversi interventi saranno adottati sulla tratta Genova-Milano-Torino (Liguria Alpi). Le merci in arrivo al porto ligure potranno raggiungere uno degli altri due capoluoghi in 60 minuti (un risparmio di mezz’ora sull’attuale tempo di percorrenza). Viaggeranno 24 treni all’ora, rispetto agli attuali 10. Questo grazie anche al rafforzamento di alcuni snodi viari strategici (come la tratta Rho-Parabiago vicino Milano e quella tra Milano e Pavia). Invece, saranno “solo” 10 i minuti risparmiati sulla Milano – Venezia  dopo i lavori sulla tratta che tocca Brescia, Verona, Vicenza e Padova. Tuttavia, i benefici deriveranno da un traffico più regolare e da un amento della capacità della linea. Infine, il collegamento tra Verona e il Brennero passerà attraverso alcuni “bypass” che salteranno Trento, Bolzano e Rovereto. Si stima di avere 400 treni al giorno da e verso l’Austria.

Strade e Ferrovie: A oggi sia i passeggeri, sia le merci che transitano in Italia lo fanno principalmente su strada. Il 90% dei nostri connazionali o di chi viaggia per il nostro Paese viaggia su gomma, contribuendo all’emissione di agenti inquinanti dovuti al l’utilizzo di combustibili fossili. Solo il 6% sceglie i treni (contro una media europea del 7,9%). Il discorso è analogo per le merci: il 51% del volume si sposta sulle autostrade. Solo il 13% viene trasportato su rotaia e la media europea è al 18.7%. Il nord Italia ospita il 65% del traffico merci. È qui che si concentrano i Tir: i veicoli pesanti sono più del 30% dei mezzi circolanti nelle regioni settentrionali, con ovvi problemi di congestione e sicurezza.