Più di 800 mail per circa 3200 pagine. Sono i messaggi ricevuti dal Anthony Fauci nelle fasi iniziali della pandemia da Covid-19. Le email, che coprono un arco di tempo che va da gennaio a giugno 2020, sono state pubblicate da Washington Post, Buzzfeed e CNN. Tante domande, dall’origine del virus alle precauzioni necessarie, cui Fauci ha risposto solo in alcuni casi. Come spesso accade quando vengono pubblicate conversazioni private di personaggi in vista, in molti hanno sperato di trovarvi conferme o smentite dei grandi misteri che la malattia (e la sua gestione) continua a portarsi dietro.

Nessun segreto – Questa volta, però, non si tratta del solito “leak” – quelle fughe non autorizzate di informazioni a cui siamo stati abituati da Edward Snowden e Julian Assange. Le email sono pervenute alla stampa in seguito a esplicita richiesta degli stessi giornali, in conformità ad una legge nota come Freedom of Information Act (FOIA). Questa legge del 1967 impone alle agenzie federali di fornire a chi ne fa richiesta informazioni e documenti sotto il controllo del governo federale – nonostante ammetta che alcuni dati sensibili restino censurati (come molti dei mittenti delle mail inviate al Dottor Fauci).

Domande e risposte – I documenti pubblicati dalla stampa americana sono per la maggior parte messaggi ricevuti dall’epidemiologo piuttosto che risposte – e che dunque non implicano una sua responsabilità nelle tesi esposte. La grande quantità di messaggi inviati al dottor Fauci è dovuta al fatto che il suo indirizzo di posta è sempre stato pubblico. Chiunque nelle fasi peggiori della pandemia poteva contattare il capo del National Institute of Allergy and Infectious Diseases.
La pubblicazione ha dato nuova vita ad alcune teorie che vedono la malattia fuggita da un laboratorio cinese di Wuhan. Il tema ritorna in molte mail, inviate anche da esponenti della comunità scientifica, come quella del professor Michael Jacobs e dell’immunologo Kristian Andersen. Non c’è però alcuna evidenza che Fauci abbia mai avallato la tesi in quella fase della pandemia – e le sue prime dichiarazioni in merito risalgono a pochi giorni fa, in concomitanza con la pubblicazione di un rapporto dell’Intelligence americana (un documento completamente diverso) che ha indagato sulle fasi iniziali del contagio.
Proprio la rinnovata attenzione della presidenza Biden nei confronti dell’origine della malattia è alla base di numerosi fraintendimenti sulle email pubblicate. L’opposizione di Pechino alla nuova indagine dell’OMS e la notizia dei nuovi dati intelligence su alcuni virologi cinesi già contagiati forse nell’autunno del 2019 – pubblicata dallo stesso Washington Post – hanno spinto l’opinione pubblica a trovare nei messaggi inviati al medico americano un nuovo tassello del mosaico complottista.

Confusioni – Ad alimentare le voci, presto diventate virali sui social, uno “stealth edit” del giornale in questione. Il Washington Post ha infatti modificato di recente un articolo apparso sul suo sito web nel 2020 cercando di far passare la rettifica sotto traccia, senza una retromarcia pubblica. La storia bollava come cospirative alcune dichiarazioni del repubblicano Tom Cotton che accusavano la Cina della creazione artificiale del virus. Teorie che sono tornate plausibili grazie alla nuova linea della Casa Bianca. Un altro senatore repubblicano, Rand Paul, ha direttamente accusato Anthony Fauci di aver mentito al pubblico e alla presidenza Trump in merito all’origine del Covid appellandosi alle informazioni contenute nelle mail pubblicate, aumentando la confusione senza disporre di reali informazioni in merito.

Messaggi innocenti? – In realtà, le mail dicono poco e niente. Alcune esortano Fauci a considerare l’origine artificiale del virus. Altre chiedono quali precauzioni sia meglio utilizzare. Altre ancora vogliono semplicemente sincerarsi delle sue condizioni di salute oppure richiedevano la presenza di Fauci in episodi di Podcast e trasmissioni. Nel pratico, nulla. In definitiva le email, complice il clima in cui sono state rilasciate, hanno generato un’ondata di disinformazione, messa in luce dai debunker di Open, che probabilmente sopravviverà a tutte le smentite. Ognuno, insomma, ha letto nelle mail quello che voleva leggere, spesso senza verificare. Come riassume un commento della BBC: «Le email di Fauci sono come un test di Rorschach: quello che ci vedi dentro rivela più su di te che sulle macchie di inchiostro (in questo caso, le mail)».

Foto in evidenza: “Anthony S. Fauci, M.D., NIAID Director” by NIAID is licensed under CC BY 2.0