Tutta Italia in zona rossa o arancione: è questa l’ipotesi sul tavolo del governo, che in queste ore sta decidendo se adottare misure anti-Covid più restrittive nei giorni festivi e prefestivi in vista del periodo natalizio. Nella mattinata di oggi, lunedì 14 dicembre, una riunione decisiva tra Comitato tecnico scientifico e il ministro dell’Interno Lamorgese.

Le ipotesi sul tavolo – Negozi, bar e ristoranti chiusi nei giorni festivi e prefestivi e divieto di spostamento tra Regioni esteso a tutta Italia (anticipando lo stop già previsto dal Dpcm dal 21 dicembre al 6 gennaio). L’unica deroga riguarderebbe soltanto i piccoli comuni: a Natale, il 26 dicembre e l’1 gennaio 2021 si potrà uscire soltanto dai confini dei centri con meno di 5.000 abitanti e raggiungere posti che si trovano a una distanza massima di 30 chilometri. Il piano a cui sta lavorando il governo assomiglia tanto al «modello Merkel», che in Germania ha appena annunciato un lockdown generale fino al 10 gennaio. In Italia osservati speciali esercizi commerciali e locali pubblici, luoghi in cui è maggiore la possibilità di assembramenti. L’ipotesi è una modifica al Dpcm in vigore che ora ne prevede l’apertura anche per i giorni festivi. Si va dunque verso una serrata totale dei negozi ad eccezione di farmacie, tabaccai, edicole.

Domenica convulsa – Già domenica sera il Pd aveva chiesto e ottenuto un vertice d’urgenza, poi convocato dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte con i capidelegazione della maggioranza. Tutti uniti e favorevoli alla linea del rigore, già invocata dai ministri della Salure Roberto Speranza e degli Affari regionali Francesco Boccia. Nel corso della riunione è stato il rappresentante dei 5 Stelle Alfonso Bonafede a dettare la linea del governo: «Dobbiamo valutare il rischio sanitario e dunque è necessario avere un quadro della situazione degli esperti. Se c’è il pericolo di una terza ondata imminente, dobbiamo scongiurarlo intervenendo per impedire gli affollamenti». Le immagini della folla nelle strade durante la prima domenica di zona gialla a Milano, e in generale delle migliaia di persone in tutta Italia in fila per far shopping e per entrare nei ristoranti, oppure ammassate fuori e dentro i bar per pranzi e aperitivi, non sono passate inosservate. In serata Conte ha deciso di lanciare un appello via Facebook: «Sono ormai lunghi mesi che siamo tutti impegnati, con grandi e piccoli sacrifici, nella battaglia contro il Covid-19. La nostra comunità nazionale, pur tra mille difficoltà, è riuscita a mostrare un forte spirito di coesione e un grande senso di responsabilità. Sono convinto che continueremo a mostrare questa saldezza anche nelle prossime settimane, in occasione delle festività natalizie».

Paura della terza ondata – Spetterà ai componenti del Cts delineare i vari scenari e suggerire i rimedi adeguati per evitare l’impennata della curva epidemiologica. Indipendentemente dal numero di test effettuati, è sempre stato il tasso di positività a dare l’idea dell’andamento dei contagi nel nostro Paese. E questa percentuale il 13 dicembre ha toccato l’11,7%, in risalita rispetto ai giorni precedenti. Nuovi provvedimenti restrittivi sembrano inevitabili: si deciderà se farli scattare il week-end del 19 e 20 dicembre o se farli slittare a ridosso del Natale.