La riapertura delle discoteche è sinonimo di ritorno alla normalità. Di felicità, spensieratezza, noncuranza delle regole. Tutto il contrario di quello a cui siamo stati abituati in questi mesi, salvo la parentesi, infelice, della scorsa estate. Ragazzi accalcati, che si divertono senza dover misurare la distanza che li separa, che danno sfogo alla frustrazione accumulata nelle centinaia di notti passate in cameretta, nelle ore passate su Zoom, nelle videochiamate che hanno atrofizzato i contatti, le relazioni e le emozioni. Sapore di libertà, insomma, che potrebbe coincidere con la data del 5 giugno. Dopo gli esperimenti di Barcellona, Amsterdam e Liverpool, dovrebbe toccare al Praja di Gallipoli e al Fabrique di Milano, il primo club al chiuso, il secondo all’aperto. «Stiamo lavorando ad un protocollo sanitario per la riapertura delle discoteche, in modalità covid-free. Dopo l’ultima riunione di domani tra i rappresentanti della nostra categoria, consegneremo il documento al Comitato Tecnico Scientifico affinché sia valutato. Già eri abbiamo avuto un incontro positivo con una delegazione di parlamentarsi M5s», spiega Maurizio Pasca, presidente della Silp-Fipe, associazione italiane imprese e intrattenimento. Accesso tramite il “green pass” – che si ottiene attraverso la vaccinazione, un tampone effettuato nelle precedenti 36 ore, o la guarigione dal Covid negli ultimi sei mesi – , tampone previsto all’uscita e tre-quattro ore a ballare, senza distanziamento né mascherina. All’estero la simulazione è andata a buon fine. In Italia potrebbe rappresentare una svolta.

Gradualità – Oggi 17 maggio, alle 16 ,si riunirà la cabina di regia, presieduta da Mario Draghi e a cui parteciperanno anche gli esperti del Comitato tecnico scientifico, Franco Locatelli e Silvio Brusaferro, presidenti, rispettivamente, del Consiglio e dell’Istituto superiore di Sanità. Tra martedì e giovedì ci sarà l’incontro con le regioni e un successivo Consiglio dei ministri. Ultima tappa il monitoraggio di venerdì del Cts, che verrà formalizzato dal governo in un decreto. Dall’esito di questi incontri – in cui verranno ridefiniti anche i parametri di valutazione, da 21 a 12 e con una maggior peso dell’incidenza ogni 100 mila abitanti a scapito del parametro Rt, l’indice di diffusione del contagio – dipenderà l’estate degli italiani. La parola d’ordine è sempre la stessa: “gradualità”, bussola del ministro della Salute Roberto Speranza e dello stesso presidente del Consiglio Draghi. Parola d’ordine assimilata dal centrosinistra, indigesta al centrodestra, di governo e di opposizione.

Scadenze – Il calendario inizia il 24 maggio, data in cui dovrebbe essere allungato di un’ora, forse due, il coprifuoco, attorno al quale si scaldano da tempo gli animi della maggioranza. Salvini lo vorrebbe direttamente abolire, e prima della cabina di regia convocherà una riunione con i suoi per provare a forzare la mano il più possibile. «Ci aspettiamo riaperture e ripartenze, lavoro e libertà, all’aperto e al chiuso, di giorno e di sera! Fidiamoci degli italiani #nocoprifuoco», lo slogan del segretario della Lega, che con Forza Italia dal 26 aprile, quando l’Italia tornò parzialmente in giallo, sta tentando di intestarsi ogni decisione sulle riaperture. Che sono possibili, ci tengono a sottolineare gli esperti, solo perchè ci sono state le restrizioni. Allo scontro politico non si sottrae neppure il centrosinistra. Ieri Speranza, in visita agli Internazionali di tennis di Roma, primo evento sportivo aperto parzialmente al pubblico, ha parlato per la prima volta di un superamento del coprifuoco, appoggiato dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Pur sempre con toni più moderati e in nome della precauzione e della cautela, anche chi finora ha sempre sostenuto la linea “rigorista” suggerisce che è il momento di fare un passo in avanti, concreto e non solo a parole.

Il calendario – Oltre al coprifuoco, di cui la Lega oggi proverà a proporre la cancellazione, ritenuta improbabile da Draghi, nella data simbolica del 2 giugno, sono tanti i settori per cui dopo mesi si parla di riaperture. Il cambiamento più imminente riguarda i centri commerciali, che riapriranno il prossimo weekend, 22 e 23 maggio. Nei loro confronti, dopo le proteste per una chiusura ritenuta discriminatoria, Palazzo Chigi si era preso l’impegno di concedere la riapertura in caso di miglioramento della curva epidemiologica, confermato dagli ultimi dati. Dal 15 giugno potrebbe invece essere possibile organizzare banchetti per i matrimoni, che dal 26 aprile sono ammessi solo con le stesse regole dei ristoranti e sempre all’aperto. Tra meno di un mese ci dovrebbe essere il via libera definitivo, purchè gli invitati siano in possesso della fantomatica green pass, di cui si parla molto ma senza notizie precise. Per quanto riguarda la ristorazione, l’ultimo decreto fissava al primo giugno – giorno in cui ripartiranno anche le palestre – la data della riapertura dei locali dalle 15 alle 18. Il fronte del “liberi tutti” vorrebbe estendere l’orario fino a cena: la decisione sarà presa in base al monitoraggio di questa settimana, anche se non dovrebbe essere abolito il limite di quattro persone per tavolo, se non appartenenti allo stesso nucleo familiare. Per la prima volta si parla anche del settore dei parchi tematici, che vorrebbe anticipare la riapertura, prevista per il primo luglio, di due settimane. Previo parere del Cts, con mascherina sempre indossata e distanziamento tra le persone, potrebbe essere accontentato.