Nuova mossa di Putin per intimorire l’Occidente: un missile intercontinentale, capace di raggiungere obiettivi a più di 5.000 chilometri di distanza, cpntro la città ucrtaina di Dnipro. Tensione sempre più alta, dunque, a Kyiv come dimostra la chiusura temporanea di numerose ambasciate decisa mercoledi 20 novemnbre nella capitale ucraina per timore di nuovi pesantio bombardamenti. Gli spazi per un cessate il fuoco continuano ad apparire angusti, nonostante il possibilismo di Putin e Donald Trump.

Le nuove armi – il missile interconientale (ICBM), nonostante la lunghissima gittat, è stato impegato su bersagli a 200 chilometri dalla prima linea. L’impiego di un ordigno così potente fa parte dunque della guerra psicologica contro l’Ucraina e soprtattutto i suoi alleati occidentali, “colpevoli”, agli. occhi del Cremilino,. di provocare un’escaletion del conflitto con la fornitura ll’IìUcraina di nuove e più efficaci armi. Il presidente Usa uscente Joe Biden ha dato il via libera all’uso di mine antiuomo e degli Atacms, missili a lungo raggio capaci di colpire in profondità il territorio russo. La ripsota di Mosca è stata la modifica della dottrina nucleare russa. Il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov ha sottolineato che «l’aggressione contro la Federazione Russa da parte di qualsiasi stato non nucleare con la partecipazione o il sostegno di uno stato nucleare è considerata un attacco congiunto». La minaccia, non la prima dall’inizio del conflitto, non ha fermato il nuovo premioer laburista Keir Starmer che ha anche lui concesso a Zelensky l’utilizzo dei missili a lungo raggio Storm Shadow.
L’Ucraina ha impiegato immediatament le nuove armi contro il territorio russo. Il primo Atacms ha colpito Bryansk, città a 130 chilometri dal confine, mentre gli Storm Shadow sono stati impiegati nella regione di Kursk, parzialmente occupata dagli ucraini. Il ministero della difesa russo ha dichiarato di averne abbattuti due

Paura nella notte – Tra il 20 1 il 21 novembre molti residenti della capitale ucraina si sono rifugiati nei tunnel della metropolitana per proteggersi dalla minaccia di un pesante attacco che tuttavia non è arrivato.. La paura era stata provocata anche dalla notizia opo il comunicato della chiusura dell’ambasciata americana, gesto poi imitato da altre rappresentanze diplomatiche. Le ambasciate hanno poi  gradualmente ripreso il servizio. .

Le trattative – La corsa alla conquista di maggior terreno è crescita dopo il successo elettorale di Trump. La pioggia di missili che ogni giorno colpisce le città ucraine si è intensificata per. favorire l’avanzata dei soldati sul terreno. Sottotraccia l’amministrazione Trump continua a ribadire la possibilità di pace, ma le parti hanno idee diverse sulle modalità d’esecuzione. Il 20 novembre Peskov ha affermato che «c’è disponibilità a negoziare, ma non accettiamo un congelamento del conflitto. Per noi l’importante è raggiungere gli obiettivi prefissati». In un’intervista a Fox News, il leader ucraino Vladimir Zelensky ha invece affermato che «non possiamo riconoscere legalmente come russo alcun territorio occupato». Da un sondaggio realizzato da Gallup sono emersi il malcontento e la disillusione da parte della popolazione: il 52% degli ucraini vorrebbe che il proprio paese negoziasse la fine del conflitto. Un dato in fortissima crescita rispetto agli anni precedenti. Nel 2023 solo il 28% era disponibile a una trattativa, nel 2022 solo il 22%. La speranza di una vittoria totale è invece una certezza solo per il 38%, inferiore rispetto al 2022 quando il desiderio di liberare tutti i territori era del 72%.