Guido Bertolaso durante la presentazione della campagna vaccinale (foto/ANSA)

L’impennata di contagi nella Provincia di Brescia costringe la Lombardia a rivedere la strategia vaccinale. Lo conferma il responsabile della campagna Guido Bertolaso, che nella presentazione di mercoledì 24 febbraio ha illustrato i cambiamenti: priorità alle zone più colpite e utilizzo delle scorte (circa il 30% delle dosi fornite). «La coperta è corta. Siamo in tempo di guerra: bisogna rallentare la variante inglese. Abbatteremo la percentuale delle scorte perché bisogna intervenire immediatamente. I dati parlano molto chiaro», ha detto in conferenza stampa.

Il piano – La Giunta di Regione Lombardia ha approvato un piano vaccinale da 214 milioni per combattere il Covid. Di questi, 96 milioni saranno utilizzati come remunerazione delle prestazioni vaccinali, 66,5 milioni per coprire i costi del personale coinvolto nella campagna e 18,5 milioni per i sistemi informativi dedicati alla gestione del processo. Nel totale sono compresi anche 18 milioni per l’allestimento dei centri vaccinali e 15 milioni a carico di Ats e Asst per erogare servizi sanitari e non nelle strutture temporanee.

Letizia Moratti e Attilio Fontana durante la conferenza stampa di presentazione del piano vaccini (foto/ANSA)

I punti di somministrazione – La vice presidente e assessore al Welfare Letizia Moratti ha assicurato che durante la settimana prossima saranno date indicazioni più precise sulla distribuzione dei centri vaccinali. Si sa già comunque che verranno allestite 66 strutture hub e 600 punti di somministrazione all’interno di edifici già esistenti di dimensioni dai 400 ai 13mila metri quadri. A supporto della campagna verranno coinvolti 3mila volontari della Protezione Civile regionale.

Zone critiche – Priorità verrà data nella somministrazione alle zone critiche, dove la curva dei contagi è bruscamente risalita nelle ultime settimane. La Provincia di Brescia, già in zona “arancione rinforzata”, ha rilevato un aumento dei casi in un solo giorno da 506 a 901, causato dalla diffusione della variante inglese. Circa 30mila over 60 residenti in 23 comuni al confine tra Bergamo e Brescia saranno vaccinati entro 5-6 giorni. Le dosi saranno somministrate nei quattro centri vaccinali individuati in zona: a Chiuduno, Iseo, Antagnate e Chiari. Negli stessi centri, intanto, continua la somministrazione della prima dose a chi ha superato gli 80 anni. Per la seconda ci sarà invece da aspettare: «Probabilmente per fare in modo di avere dosi necessarie a vaccinare gli over 60 in questi Comuni, dovremo rallentare la somministrazione della fase 1 bis, dove tutto sommato ci sono categorie che non sono le più a rischio» ha detto Bertolaso.

Le zone rosse – A Bollate, comune del Milanese in zona rossa, dopo i 4 mila ultraottantenni, verranno vaccinati a Fiera Milano gli insegnanti. Secondo le stime della Regione, infatti, i focolai della terza ondata sarebbero scoppiati a scuola. Priorità diverse, invece, negli altri due comuni lombardi in zona rossa da più di una settimana: Viggiù, in provincia di Varese, e Mede, in provincia di Pavia. Se nel Pavese la campagna vaccinale non subirà variazioni rispetto al resto della Regione, a Viggiù, data la sua vicinanza alla Svizzera, l’Ats Insubria darà la precedenza a tutti i frontalieri maggiorenni.