Almeno una buona notizia i calabresi l’hanno ricevuta: Emergency e la Protezione Civile collaboreranno per arginare l’emergenza Covid. Per il resto, l’aumento dei contagi continua senza freni – gli ultimi dati, del 18 novembre, indicano una crescita giornaliera dei casi dell’8,5%, la più alta del Paese – e a Catanzaro si attende ancora la nomina del nuovo commissario per l’emergenza, dopo la rinuncia di Eugenio Gaudio.

L’accordo – L’associazione umanitaria guidata da Gino Strada si occuperà di fornire supporto nei triage dei pronto soccorso e nei cosiddetti “Covid hotel”, oltre a gestire gli ospedali da campo. Attraverso i social, Strada ha ringraziato il governo «per la stima che ha dimostrato per il lavoro di Emergency». Il nome del medico milanese era stato associato anche al ruolo di commissario regionale, ma subito si sono levate voci contrarie alla nomina. In una intervista radiofonica a Radio24, Nino Spirlì, presidente pro tempore della Regione, si è spinto a dire che «per la nomina di Strada, il governo dovrà passare sul mio corpo». Anche il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri si è mostrato scettico: «Strada? Non va bene. C’è bisogno di un manager, non di un medico». Lo stesso Gratteri ha avviato un’indagine sulla gestione dell’emergenza in Calabria.

Il rifiuto del rettore – La Regione, ad ora, rimane senza un commissario che si occupi dell’emergenza. Eugenio Gaudio, ex rettore della Sapienza dal 2014 all’autunno 2020, ha rinunciato alla nomina arrivata poche ore prima. In una intervista al Corriere della Sera, l’accademico ha detto di «non poter accettare per motivi personali e familiari». Su tali motivi si è scatenata una vivace polemica: pare che sia stata la moglie, Ida, a porre il veto sul trasferimento a Catanzaro. A questo punto, il governo sa di non potersi permettere altri passi falsi. In cima alla lista dei papabili ci sono i nomi dell’ex colonnello della Gdf Federico D’Andrea, ora consulente del sindaco di Milano Beppe Sala, e del chirurgo Pellegrino Mancini, direttore del Centro regionale trapianti di Reggio Calabria.

Gli errori sulle nomine – Ad occuparsi della sanità calabrese è stato, fino all’8 novembre, il generale dei Carabinieri Saverio Cotticelli, costretto alle dimissioni dopo aver scoperto di doversi occupare del piano regionale anti-Covid davanti alle telecamere di “Titolo V”. Come se non bastasse, il generale ha cercato di difendersi dalle accuse di inettitudine asserendo, durante un’intervista, di essere stato drogato dalla masso-mafia prima della registrazione del servizio. L’incarico è stato quindi affidato a Giuseppe Zuccatelli, già dirigente di aziende sanitarie. Appena nominato Zuccatelli, ecco comparire sul web un video, registrato in estate, in cui il neocommissario affermava che «le mascherine non servono a un ca..o, per contagiarti ti devo baciare per quindici minuti». Impensabile, a quel punto, che potesse rimanere in carica. Da qui la proposta a Gaudio, che è finita in un nulla di fatto. Ora il governo procede coi piedi di piombo per non commettere un altro errore sulla nomina, la terza in una decina di giorni.