Il turismo si è fermato a Matera. Nella città dei Sassi, fino a pochi mesi fa capitale europea della cultura 2019, non ci sono più centinaia di migliaia di persone ad affollare gli stretti vicoli della parte antica del borgo. Lo stop causato dalla pandemia da Coronavirus non sembra però intaccare un processo di rinascita della città, un tempo definita la “vergogna d’Italia” e oggi diventata una delle mete più visitate grazie ai Sassi, inclusi dall’Unesco nel 1993 tra i Patrimoni Mondiali dell’Umanità. «Per capire il futuro di Matera, bisogna conoscere la storia e la resilienza di questa città», afferma sicura Marianna Dimona, assessore al Turismo del capoluogo lucano. Bisogna perciò cercare nel suo passato, secondo alcuni storici i primi insediamenti nella Murgia risalirebbero addirittura a diecimila anni fa, le chiavi per uscire da una situazione tanto difficile. 

Il regista Pier Paolo Pasolini e l’attore che interpretò Gesù Cristo nel film “La passione secondo Matteo”, Enrique Irazoqui

Comprendere il fascino di Matera è difficile per chi non c’è mai stato. Tra le sue strette viuzze registi come Pier Paolo Pasolini e i fratelli Taviani hanno ambientato i loro film, innamorati di uno scenario unico dove il naturale flusso della storia sembra quasi interrompersi, e scrittori come Carlo Levi hanno scritto le loro pagine migliori. Eppure, nonostante il turismo di massa, quell’atmosfera distonica tra la roccia delle case e il silenzio dei vicoli che rende il contesto quasi lunare non è mai scomparsa, così come il suo autentico spirito genuino. Lo dimostrano i segni tangibili della sua spiritualità, che costella Matera con tantissime cappelle votive e chiese rupestri, come quella dedicata alla Madonna dell’Idris, risalente al XII secolo. Gli anni Cinquanta del ‘900 furono il vero spartiacque nella storia di questa città. La “vergogna d’Italia”, secondo la definizione del leader del Partito Comunista Italiano Palmiro Togliatti, cambiò radicalmente grazie alla “Legge speciale per lo sfollamento dei Sassi” del 1952. Un provvedimento, presentato dal deputato lucano Emilio Colombo ma fortemente voluto dal presidente del Consiglio di allora Alcide De Gasperi, che modificò radicalmente la struttura di questa città e portò gli abitanti dei Sassi, arrivati in quel periodo quasi a 20mila unità, ad abbandonare dimore scavate nella roccia e popolate da millenni.

Lo skyline di Matera di notte

Il 2019 è stato un anno molto importante nella storia recente di Matera. Una vera e propria cesura con il suo passato, che ha visto la città diventare capitale europea della cultura insieme alla cittadina di Plovdiv in Bulgaria. Una nomina che è stata un volano per il turismo cittadino. Tra il 2014 e il 2019 la crescita dei turisti nella città dei Sassi è sempre stata in doppia cifra sia a livello di arrivi, di chi cioè arriva in città e alloggia nei servizi ricettivi, sia di presenze, che tiene conto delle notti passate dai clienti in alberghi e altre strutture. Un boom che ha raggiunto il suo apice nel 2019, quando la città ha raggiunto oltre 388mila arrivi e più di 730mila presenze. Numeri impressionanti a cui si è accompagnata una crescita esponenziale della filiera che accompagna il settore turistico. Un esempio sono gli affittacamere e i bed & breakfast che hanno visto i loro posti letto crescere negli ultimi 4 anni rispettivamente del 74% e del 19%. 

Ci si aspettava un effetto traino nel 2020. Eppure, così non è stato a causa del Coronavirus. «Sin da gennaio la pandemia da Covid-19 ha bloccato prima i turisti dai Paesi asiatici come Cina e Giappone e poi gli altri. Ormai il 2020 è perso», commenta sconsolato Gino Marchionna, presidente vicario del Consorzio Albergatori Matera (CAM) che riunisce 27 strutture della città, tra alberghi e affittacamere. «Immaginiamo un primo ritorno dei turisti solo da agosto in poi, ma 7 mesi senza clienti significano per l’intero comparto l’80/90% in meno di fatturato e perciò milioni di euro persi», sostiene Marchionna. «La pandemia globale chiaramente riporterà indietro le lancette del turismo materano: i numeri del 2019 torneranno forse solo nel 2023», afferma l’assessore al turismo di Matera Marianna Dimona. Un bel colpo per l’economia materana e dell’intera Regione Basilicata, il cui settore terziario è arrivato a pesare sino al 12/13% del PIL interno. Una mancanza di turisti che colpisce molti, come per esempio le guide. «Servono regole precise per lavorare, abbiamo mandato alla Regione un protocollo che ci aiuti a capire come poter uscire da questa situazione», denuncia Nicola Taddonio, presidente di Confguide, che raduna 50 associati. 

Gli arrivi a Matera nell’anno 2019, suddivisi per provenienza geografica (fonte APT Basilicata)

Eppure, non manca l’ottimismo. «C’è ragione di credere che la città abbia tutto per tornare subito dopo la pandemia ai livelli turistici pre-Covid 19. Lo racconta il grande consenso riscosso dai programmi e film ambientati a Matera che portano la città a essere trending topic nei social e sui motori di ricerca. Il punto è che adesso i turisti devono tornare a fidarsi di Matera: questa città ha tutto per garantire il giusto distanziamento fisico», assicura l’assessore Dimona. Matera e la Basilicata però non possono ripartire da sole; serve l’aiuto del resto del Mezzogiorno e di tutto il Paese. «È innegabile che Matera abbia attraversato un buon periodo, legato alla nomina di capitale europea della cultura, ma sembra evidente che tutto questo non sarebbe stato possibile senza il lavoro che la città ha fatto in sinergia con la Puglia. La vicinanza con l’aeroporto internazionale di Bari e l’inclusione di Matera nel sistema turistico pugliese sono stati un volano importante per questa città», dichiara Marchionna. I dati lo confermano: nel 2019 la maggior parte dei turisti italiani e stranieri di Matera proveniva rispettivamente da Lombardia e Stati Uniti, due luoghi da cui è facile supporre un arrivo in aereo. Sarà perciò importante garantire i mezzi e la sicurezza a coloro che vorranno venire a visitare Matera: solo così il mondo potrà tornare a stupirsi della meraviglia dei Sassi. Anche in vista del ritorno dei turisti la regione Basilicata sta valutando la possibilità di analizzare tutti coloro che arrivano in città con un test anti-Covid che permetterebbe di conoscere la positività dell’interessato nel giro di 40 minuti. «Sarebbe un bel segnale che permetterebbe ai turisti e a tutti coloro che si interfacciano con loro di stare più sereni», dichiara Taddonio. 

Sia i Comuni che le associazioni di categoria cercano di immaginare la possibile ripartenza, con un briciolo di speranza. «Il comparto degli albergatori ha vissuto questa fase di lockdown in maniera molto serena. C’è grande voglia di ripartire e probabilmente soltanto il 5% rischia di trovarsi in difficoltà. Tuttavia, è importante che l’intera categoria venga sostenuta: per questo abbiamo chiesto alle istituzioni di sospendere le tasse locali, rimodulandole in seguito secondo i mesi non fruiti, e istituire per i casi più particolari un fondo speciale per le emergenze», sottolinea Marchionna. Un momento difficile da cui però l’intera città, comprese le sue attrazioni, possono riprendersi al meglio. Pochi giorni fa l’agenzia statale Invitalia ha pubblicato due bandi del valore di 3,8 milioni di euro per la manutenzione e la riqualificazione del “Parco Storia dell’Uomo-Civiltà Contadina” e dei rioni cittadini Acquarium, Giada e Arco. Un aiuto importante, a cui il Comune cerca di aggiungere il suo contributo. «La nostra Amministrazione sta cercando di aiutare come può sia gli esercizi commerciali sia i Sassi gestiti dalle Fondazioni. Sappiamo che la situazione è difficile e che probabilmente non basterà sgravare i negozianti dalla tassa di occupazione del suolo pubblico ma siamo ottimisti per il futuro», conclude Dimona. I turisti torneranno presto a Matera.