#Oggicucinoio. La quarantena dovuta all’emergenza Covd-19 è stata l’improbabile scintilla che ha fatto nascere migliaia di chef casalinghi. Nelle ultime settimane i social network sono stati inondati di immagini di pizze, primi piatti, pani e dolci fatti in casa. Un’iniziativa che ha aiutato gli italiani a superare la monotonia dell’isolamento forzato, ma anche un campanello d’allarme per quanto riguarda il cambio di abitudini alimentari. Nella fase di lockdown, le dispense lungo tutto lo stivale si sono riempite di nuovi cibi, dai prodotti amidacei a quelli in scatola. Con conseguenze per il nostro organismo che rischiano di protrarsi ben oltre il 18 maggio. 


Con l’aumentare degli amatori ai fornelli, cresce anche la voglia di gratificare il duro lavoro con qualcosa di altrettanto gustoso da bere. «Cucino di più in questo periodo e mi piace accompagnare i pasti con un bicchiere di vino», è la risposta che il 42% degli italiani ha fornito al questionario
Wine Monitor, indetto da Nomisma per Vinitaly e Veronafiere. Soltanto una persona su tre afferma di aver consumato meno alcol durante la quarantena, scelta dovuta soprattutto all’impossibilità di recarsi al ristorante. «Un dato che dovrebbe preoccupare soprattutto il nostro fegato», commenta la professoressa Valeria Polzonetti, docente di Biochimica della Nutrizione e direttore del Master in Nutrizione, Nutraceutica e Dietetica applicata dell’Università di Camerino. «L’organismo in questo periodo sta affrontando una situazione di forte sovraccarico e stress, dovuto ad un cambio di abitudini sia nel cibo sia nello stile di vita». Gli italiani mangiano di più rispetto al periodo precedente all’emergenza, ma peggio. Secondo il report di Altroconsumo, nel mese di aprile i carrelli in fila al supermercato hanno visto sempre meno cibi freschi come carne, pesce, frutta e verdura (-30%). Boom per i surgelati (+29%) e gli alimenti in scatola (+28%). «È un dato comprensibile: ci è stato chiesto di uscire per fare la spesa il meno possibile, quindi mai come ora conviene acquistare cibi a lunga conservazione». A guidare la rivoluzione del nostro stile di vita alimentare, sono stati i prodotti a base di amido. «Tutti hanno mangiato o cucinato pane, pasta e pizza», continua Polzonetti, «siamo arrivati ad un momento in cui nei supermercati l’alimento più ricercato era il lievito di birra. La nostra università ha svolto un’indagine sulla popolazione studentesca e anche lì è emerso che la maggior parte di loro ha basato la propria dieta sui carboidrati». Dietro questo risultato però, non si cela soltanto la maggiore possibilità di conservazione: «È stata una scelta dettata anche da fattori economici. Gli amidacei sono poco costosi e facilmente utilizzabili». Le esigenze del portafoglio hanno modificato in maniera inevitabile il modo di cucinare: sempre secondo Altroconsumo, due italiani su tre hanno ridotto a zero gli eccessi da destinare al cestino. 

«Il lockdown non è stato utilizzato per modificare in meglio le proprie abitudini alimentari o lo stile di vita», aggiunge la dottoressa Polzonetti. La Coldiretti riferisce che la popolazione è aumentata di peso di circa 2 chilogrammi nei mesi di marzo e aprile. Quante volte abbiamo sentito la frase «non riesco a fare sport perché non ho tempo»? Durante i circa 60 giorni di isolamento solo il 25% ha continuato a svolgere regolare attività fisica. I dati arrivano da un report del centro per la cura dei disturbi alimentari Villa Miralago, in provincia di Varese, realizzato in collaborazione con il Politecnico di Milano. «Gli italiani hanno dimostrato che sono sedentari non per mancanza di tempo, ma perché questa abitudine è radicata nella nostra cultura. È logico che aumentando l’apporto di cibo e diminuendo le uscite, intese come calorie bruciate, il peso aumenti». Una pigrizia che si riflette anche nei luoghi di acquisto: in questo periodo il 50% della popolazione ha smesso di rifornirsi nei supermercati. Tra le cause principali le lunghe code all’ingresso e la paura del contagio. Boom invece per i servizi di spesa online e a domicilio, che hanno convinto un italiano su tre.


Il problema potrebbe non essere legato solamente alle calorie da bruciare: «Se da una parte abbiamo avuto un aumento quantitativo del consumo di calorie, per una serie di motivi anche psicologici come la noia, il nervosismo o la preoccupazione per il futuro, dall’altra c’è stata una modifica delle sostanze che introduciamo. In primis il nostro corpo ha subito uno squilibrio di liquidi. Tratteniamo più acqua, produciamo più insulina, il nostro fegato è in costante stato di stress». Le conseguenze? Un peggioramento della composizione corporea: «Anche nei soggetti in cui il peso è rimasto invariato, probabilmente la massa magra è stata sostituita dalla massa grassa».  

Cibi meno sani e diminuzione dell’attività fisica non sono gli unici campanelli d’allarme per la tenuta psico-fisica del nostro corpo. Tre persone su dieci hanno risposto all’indagine di Villa Miralago denunciando un peggioramento nella qualità del sonno. Alla base ci sarebbero le ansie connesse alla precarietà economica e lo stress dovuto alle misure restrittive. «Il sonno è un elemento fondamentale per un corretto stile di vita. Il nostro organismo funziona come un interruttore che deve alternare fasi di attività e di riposo». Preoccupa inoltre il numero di cittadini che per eludere il problema dell’insonnia si sono affidati a rimedi che vanno dall’omeopatia fino ai farmaci ansiolitici e antidepressivi. «È ovvio che una carenza di sonno porti ad un generale senso di malessere. Questa sensazione di disagio spinge le persone ad affidarsi a soluzioni farmacologiche. Negli ultimi anni abbiamo assistito a una preoccupante crescita di questo mercato». Un fattore spesso sottovalutato è invece quello del cambio climatico, che secondo la dottoressa Polzonetti «crea da sempre squilibri nel nostro organismo. Il fatto che l’emergenza sia capitata a cavallo tra due stagioni non ha avuto sicuramente un impatto positivo». 

Come muoversi in futuro per evitare che questo periodo di trambusto abbia delle conseguenze anche gravi sul nostro corpo? «Non bisogna avere fretta di riavere tutto e subito. La lista di cose da fare è lunga, ma bisogna affrontarla con calma e in maniera progressiva». Come prima cosa, sarà molto importante ripristinare uno stile di vita regolare, recuperando i vecchi ritmi e le abitudini. Così da preparare il nostro corpo per gli step successivi: attività fisica e una dieta povera di cibi confezionati e conservati. «Gli ingredienti fondamentali per la dieta dopo l’emergenza? Sicuramente le vitamine, l’olio extravergine di oliva a crudo e una buona dose di pesce azzurro».