«Non so perché l’ho fatto», il commento di Jashan Deep Bashan, reo confesso dell’omicidio di Sara Centelleghe. La ragazza avrebbe compiuto 19 anni il 9 novembre. Nella notte tra venerdì e sabato è stata uccisa a colpi di forbice nella casa dove viveva con la madre (assente in quelle ore) in via Nazionale a Costa Volpino, punta nord del Lago d’Iseo. Il corpo è stato trovato da un’amica.
La vicenda – Nel pomeriggio di sabato l’arresto, con l’accusa di omicidio volontario, di Bashan, cittadino indiano coetaneo della vittima e residente nello stesso complesso abitativo. L’analisi dei telefonini ha permesso alle forze dell’ordine di ricostruire la vicenda e di arrivare al responsabile. Il ragazzo non avrebbe conosciuto direttamente Sara, ma sarebbe stato in contatto con l’amica con la quale la vittima stava passando la serata. Interrogata, la sua versione non è risultata attendibile. Avrebbe sostenuto di essere uscita di casa per comprare un energy drink al distributore automatico della zona, per poi tornare e trovare l’amica uccisa. Le immagini delle telecamere di sorveglianza e l’analisi dei cellulari la smentirebbero e mostrerebbero una dinamica più complessa. La ragazza avrebbe contattato Bashan, il quale sarebbe tornato nel complesso residenziale per incontrarla. Dopo l’una di notte lei sarebbe scesa ad aspettarlo in strada, ma i due non si sarebbero mai visti. Nel frattempo, passando per i box della palazzina, lui avrebbe raggiunto il terzo piano fino all’appartamento di Sara, addormentata sul suo letto. Secondo la confessione di Bashan, lì sarebbe nata una violenta lite culminata con undici colpi sferrati con un paio di forbici prelevate dalla cucina. A riprova, una ferita su una mano del ragazzo compatibile con le stesse forbici. Poi Bashan sarebbe tornato nel suo appartamento, lasciando tracce e impronte con le scarpe e gli abiti sporchi di sangue. Le grida dell’amica, tornata in casa, avrebbero allertato i vicini. Inutile il massaggio cardiaco praticato da uno di loro su indicazioni telefoniche del personale di soccorso. Al loro arrivo, i sanitari hanno potuto solamente constatare il decesso di Sara. Nei prossimi giorni si terrà l’autopsia.
Il dubbio sul movente – Bashan, che ha piccoli precedenti per droga risalenti a quando era minorenne, ha escluso il movente sessuale o il tentativo di rapina, ma ha ammesso di aver bevuto. «Sono andato via di testa», le sue dichiarazioni al sostituto procuratore Giampiero Golluccio, coordinatore del nucleo investigativo. Nel frattempo, l’avvocato difensore Fausto Micheli ha chiesto al carcere di Bergamo un supporto psicologico per Bashan. «L’anno scorso è stato malato di nervi e ha preso molte medicine», ha dichiarato sua madre.
I ricordi – La mattina del 28 ottobre l’Istituto sociosanitario Ivan Piana, dove Sara Centelleghe frequentava il quinto anno, le ha dedicato un minuto di silenzio. «Sara quest’anno avrebbe conseguito il diploma. La terribile e tragica notizia della sua scomparsa ha paralizzato la scuola, ha sconvolto la comunità», ha dichiarato la preside, spiegando che la psicologa dell’istituto sta dando supporto ai compagni di classe e amici di Sara: «Non ci sono parole, siamo tutti sconvolti ed attoniti. Il nostro pensiero va alla famiglia a cui siamo molto vicini». Molti i ricordi degli amici: «Noi la chiamavamo Sasso – dice una di loro -, aveva fatto la prima lezione di guida l’altro giorno e mi aveva scritto su Whatsapp tutta contenta: “Ma sai che non è difficile come pensavo?”. Per noi guidare significa libertà, potersi spostare come si vuole. E poi era entusiasta per il suo imminente compleanno: l’ultima volta l’ho sentita alle 3 del pomeriggio di venerdì. Mi ha scritto per dirmi che non sapeva dove organizzare la festa per i suoi 19 anni il prossimo 9 novembre».