Il 25 novembre, Giornata internazionale per l’Eliminazione della Violenza sulle donne, commemora il sacrificio delle sorelle Mirabal, attiviste uccise nel 1960 dal regime dominicano di Rafael Leonidas Trujillo Molina. Le tre sorelle Patria, Maria Teresa e Minerva, avevano scelto come nome di battaglia per la libertà la parola mariposas, ovvero farfalle, come ricorda Save The Children. Il 25 novembre segna l’inizio di 16 giorni di attivismo contro la violenza di genere, fino alla Giornata dei Diritti Umani il 10 dicembre. La giornata internazionale, istituita dalle Nazioni Unite il 17 dicembre 1999, diventa un momento cruciale per riflettere sul sistema della violenza di genere che conta anche nel nostro Paese centinaia di vittime.

Non ci sono dati sui femminicidi – In Italia non esiste il reato di femminicidio, un termine che è stato introdotto al livello mediatico e che indica l’uccisione di una donna in quanto donna, spesso legata a dinamiche di potere, controllo e discriminazione di genere. Il femminicidio non è solo un crimine individuale, ma l’espressione di un problema strutturale che affonda le sue radici nella cultura patriarcale. Non abbiamo dati che si riferiscono ai femminicidi: il ministero dell’Interno tiene conto degli omicidi volontari che avvengono in Italia e di quanti si riferiscono a donne. Secondo il report settimanale del Servizio Analisi Criminale aggiornato al 17 novembre 2024, sono stati registrati 98 omicidi di donne. Di queste, 84 sono state uccise in ambito familiare o affettivo, e 51 hanno trovato la morte per mano del partner o ex partner. Nonostante i numeri siano ancora elevati, i dati mostrano un leggero calo rispetto allo stesso periodo del 2023.

Simboli universali contro la violenza sulle donne – Da tempo, scarpe e panchine rosse sono diventate emblemi della lotta contro la violenza di genere. Le scarpe rosse, in particolare, simboleggiano l’impegno contro abusi e femminicidi. Questo simbolo ha origine in Messico, a Ciudad Juàrez, nota per l’elevato numero di femminicidi degli ultimi decenni. Nel 2009, l’artista messicana Elina Chauvet decise di ricordare le vittime di violenza, tra cui sua sorella assassinata dal marito a soli vent’anni, esponendo in una piazza 33 paia di scarpe femminili dipinte di rosso. Il colore rosso è stato poi adottato come segno universale della lotta alla violenza di genere, rappresentato anche dalle panchine rosse. Queste, simbolicamente collocate in spazi pubblici, invitano alla riflessione e al dialogo su un problema che riguarda tutti.