Ancora sbarchi, nel giorno dei funerali delle vittime dell’ultimo naufragio. Altri migranti sono stati soccorsi nel canale di Sicilia, quasi nelle stesse ore in cui a Malta si seppellivano i corpi di 24 profughi annegati sabato scorso al largo della Libia, insieme ad altre centinaia di persone.
220 africani sono sbarcati a Catania, nelle prime ore di giovedì 23 aprile. Sono arrivati a bordo del pattugliatore della guardia di finanza, che li ha raggiunti in mare aperto. Viaggiavano stipati su due gommoni di quattordici metri. Tra loro, anche cinque donne. Continuano dunque senza sosta gli sbarchi sulle coste siciliane. Si soccorrono i migranti, si arrestano gli scafisti. Sei fermi sono stati disposti dalla procura di Siracusa: si tratta di sei egiziani, tra i 21 e i 31 anni, accusati di aver guidato fino in Italia i barconi con i 447 migranti, intercettati in acque greche e poi portati ad Augusta il 22 aprile.
Sono centinaia i profughi arrivati in Italia solo in quest’ultima settimana, cominciata drammaticamente con la morte di centinaia di persone nel canale di Sicilia. Ancora incerto il numero effettivo delle vittime, ricordate durante i funerali a Malta. Sotto al tendone allestito per la cerimonia intereligiosa, ci sono solo ventiquattro bare. Ma sono molti di più, forse 900, i morti di quest’ultima sciagura del mare.
“Noi piangiamo, perché indipendentemente dal nostro credo, razza e nazionalità, questi morti sono prima di tutto esseri umani”, esordisce il vescovo di Gozo, Mario Grech, che ha ricordato come tutti i migranti siano in fuga da “una situazione disperata, alla ricerca della libertà e di una vita migliore”. Durante l’omelia l’alto prelato punta il dito contro la “globalizzazione dell’indifferenza” e contro le politiche poco incisive nei confronti dei mercanti di morte. “La cerimonia di oggi- tuona- sarà vana senza un’azione concreta”.
Parole che risuonano come un richiamo ai leader dell’Unione europea, nel giorno del vertice straordinario voluto proprio dopo l’ultimo drammatico naufragio. A partecipare alle cerimonie, anche il ministro dell’Interno. “Questa tragedia è un pugno nello stomaco”, ammette Angelino Alfano, che ha incontrato il suo omologo maltese Carmelo Abela e il Commissario europeo per le Migrazioni, gli Affari interni e la Cittadinanza, Dimitris Avramopoulos. Unico tema di discussione, la sicurezza del Mediterraneo e una pronta politica per fra fronte agli sbarchi dalle coste africane verso l’Europa.
“L’Europa ha dichiarato guerra ai trafficanti ed è in cerca di partner, perchè il problema è globale”, dichiara Avramopoulos, che auspica che sia il mondo intero a farsi carico di questa emergenza. Obiettivo, cercare di evitare altre tragedie del mare, mentre proseguono le partenze e gli sbarchi nel canale di Sicilia.