Avranno storto il “nasone” gli abitanti di Roma quando hanno scoperto che dovranno pagare 1,26 euro in più all’anno per finanziare le opere di ammodernamento dei nasoni: fontanelle a forma cilindrica sparse per la città che erogano acqua potabile gratuitamente. La decisione è stata presa nel corso della Conferenza dei sindaci di Acea Ato2 di dicembre 2024, che riunisce i 117 comuni dell’area metropolitana (Roma compresa), ma il comunicato è stato pubblicato solo nel mese di marzo 2025.

La tassa – L’aumento verrà applicato già sulle bollette di quest’anno e servirà a rinnovare 200 cassette dell’acqua e 2800 nasoni con l’obiettivo di «preservare uno dei simboli della città, garantendone il funzionamento e allo stesso modo evitare sprechi». Solo un euro e poco più, ma Acea Ato2 e il Comune di Roma hanno avuto “fiuto”: la tassa garantirà 3 milioni di euro circa e, come spiegato dall’assessora ai Lavori Pubblici Ornella Segnalini, «la decisione è stata presa per dimezzare il costo dell’acqua delle fontanelle per i Comuni – affidandoli ai conti dei cittadini – per rendere sostenibile la gestione di questo servizio».

nasoni – Il progetto prevede anche un piano di innovazione per cui molte delle storiche fontanelle verranno trasformate in versione “hi-tech”, con sistemi di recupero dell’acqua in eccesso che verrà riutilizzata per l’irrigazione pubblica. I nasoni sono comparsi a Roma dal 1874 da un’idea del sindaco Luigi Panciani. Nella loro forma originaria erano strutture in ghisa alte circa 120 centimetri e dal peso di 100 chilogrammi, provviste di tre bocchette a forma di drago. Col tempo, alle tre bocche si è sostituito un unico cannello liscio a cui si deve la denominazione di “nasoni”. Oltre a queste, in giro per la città ci sono alcune fontanelle in travertino, chiamate della lupa imperiale perché l’acqua fuoriesce da una testa di lupa in ottone.