Attacchi e risposte, tra Italia Viva e la trasmissione della Rai “Report” lo scontro è aperto. Il partito di Matteo Renzi ha chiesto un’interrogazione parlamentare per verificare il sospetto che dietro agli scoop della storica trasmissione ci sia stato il pagamento di 45 mila euro per ottenere informazioni contro l’ex presidente del Consiglio.  Un’ipotesi che sarebbe documentata in un dossier arrivato tra le mani dei deputati vicini a Renzi. Ma il giornalista e conduttore Sigfrido Ranucci respinge le accuse: «E’ falso e velenoso. Infanga la storia venticinquennale di Report e della Rai»

Il video – «Se per lei un autogrill è il luogo ideale per appuntamenti clandestini, mi dispiace molto per la sua amante». Il sarcasmo, quello che spesso contraddistingue le sue battute, è stata la prima risposta di Matteo Renzi a Danilo Procaccianti, il giornalista che ha firmato il servizio “Allacciate le cinture” andato in onda lo scorso 3 maggio. Da cosa doveva difendersi il leader di Italia Viva ormai è fatto noto: il video risalente allo scorso 23 dicembre che lo ritrae in compagnia dello 007 Marco Mancini durante una conversazione nel parcheggio di una stazione di servizio tra Roma e Firenze, all’altezza di Fiano Romano. Ad averlo girato sarebbe stata un’insegnante fermatasi lì per assistere il padre che aveva accusato un malore.

L’incontro – «Un uomo brizzolato che camminava avanti e indietro in attesa di qualcosa, con un atteggiamento che a me è sembrato losco». Così l’autrice del video ha descritto Marco Mancini, agente segreto e alto dirigente del Dipartimento delle informazione per la sicurezza, spiegando ai microfoni di Report cosa l’ha spinta a prendere in mano il cellulare e a riprendere la scena. Dopo aver notato l’uomo – a lei sconosciuto, stando alla sua testimonianza – la donna ha visto arrivare Renzi che si è avvicinato a Mancini e ha iniziato con lui una conversazione dai toni – apparentemente – piuttosto confidenziali. Perché il video ha scatenato il caos mediatico e politico? Il problema sta nel tempismo di quell’incontro, avvenuto nel periodo in cui l’ex presidente del Consiglio aveva innescato la crisi di governo del Conte bis. Tra le motivazioni alla base di quest’ultima c’era infatti proprio la delega ai servizi segreti, che l’ex premier pentastellato si era assegnato. Il sospetto è che durante l’incontro con lo 007 Matteo Renzi possa aver parlato di nomine con il dirigente del Dis. Accuse impensabili per il leader di Iv che invece ha spiegato di aver incontrato Mancini solo per farsi «portare i babbi», un waffer romagnolo che l’agente segreto gli invierebbe ogni anno.

La risposta di Renzi – Un video quindi che secondo Report sarebbe arrivato da una fonte del tutto sconosciuta alla redazione e frutto di una casualità. Su questo elemento ha puntato la risposta di Renzi, che ha presentato una denuncia alla Digos della questura di Firenze. L’accusa riguarda il modo in cui la redazione giornalistica è venuta in possesso del materiale: «È possibile che Matteo Renzi sia stato seguito e/o che qualcuno abbia violato la Costituzione e la legge intercettando e riprendendo in modo illegittimo un parlamentare della Repubblica». Inoltre la denuncia presentata dall’avvocato Lorenzo Pellegrini mette in dubbio la verità del racconto della donna. La decisione di riprendere un uomo a lei «sconosciuto» per oltre quaranta minuti, di averlo fatto in un momento in cui invece la testimone avrebbe dovuto essere preoccupata dal malore del padre e la posizione da cui le riprese sono state girate – queste ultime non coinciderebbero con la versione secondo cui la donna si sarebbe fermata nei pressi dell’autogrill per prendere una camomilla – sono tra i punti utilizzati come prova della sospetta falsità del racconto della testimone.

L’interrogazione alla Rai – «Sono un parlamentare della Repubblica, non costruisco dossier, non riprendo le persone in autogrill spacciando una chiacchierata per un incontro segreto, detesto i complotti e non voglio censurare nessuno, ho solo fatto delle domande». Su Facebook Nobili ha definito legittimi i quesiti contenuti nell’interrogazione presentata da Iv al ministro dell’Economia e Finanze Daniele Franco sui presunti legami economici tra Rai TV e la società lussemburghese Tarantula Luxembourg Sarl e la presunta fattura di 45 mila euro versata a quest’ultima. Immediata la risposta di Ranucci: si tratterebbe di un «dossier falso che gira già da alcuni mesi», ha detto il giornalista ai microfoni di Mezz’ora in più domenica 9 maggio, anticipando nuovi sviluppi dell’inchiesta giornalistica che di ironico e sarcastico ormai non sembra avere più nulla. Di certo, non per Renzi.