Il tavolo d’emergenza idrica di Palazzo Chigi
(Ansa/ Filippo Attili)

Una cabina di regia tra ministeri, Regioni ed enti territoriali per stabilire un piano idrico adeguato, un “supercommissario” con poteri esecutivi per eliminare la burocrazia, una campagna di sensibilizzazione sull’uso responsabile della risorsa idrica. Tre i punti della manovra annunciati dal governo dopo l’apertura del tavolo per l’emergenza siccità il primo marzo a Palazzo Chigi.
Al vertice, presieduto da Giorgia Meloni, hanno preso parte i ministri Matteo Salvini (Infrastrutture e Trasporti), Francesco Lollobrigida (Agricoltura), Raffaele Fitto (Affari europei e Pnrr), Gilberto Pichetto Fratin (Ambiente e Sicurezza energetica), Roberto Calderoli (Affari regionali e autonomie), Nello Musumeci (Protezione civile e Politiche del mare), la vice ministra Vannia Gava (Transizione ecologica), i sottosegretari Alfredo Mantovano e Alessandro Morelli.

«Otto miliardi bloccati» – Sull’emergenza acqua Francesco Lollobrigida, intervistato il 28 febbraio a margine di una plenaria dell’Europarlamento a Bruxelles, ha detto che «Negli ultimi 20 anni ci sono stati almeno 5 eventi siccitosi gravi, per cui si dovevano costruire strategie, spendere le risorse a disposizione: più di 8 miliardi per infrastrutture e impianti irrigui che permettono di accumulare acqua sono bloccati da troppe scrivanie». Il commissario della Cabina di regia avrà proprio il compito di sveltire i processi burocratici, mettendo in pratica quanto stabilito a Palazzo Chigi.
Il ministro ha poi parlato di Pnrr e investimenti per aumentare l’efficienza agricola attraverso l’implementazione di strutture strategiche e digitalizzate: un piano da 880 milioni per 97 progetti finanziati, in cui i soggetti attuatori sono gli enti irrigui. «L’Investimento si propone l’obiettivo di aumentare l’efficienza dei sistemi irrigui attraverso lo sviluppo di infrastrutture innovative per un settore agricolo più sostenibile, che si adatti meglio ai cambiamenti climatici», ha concluso Lollobrigida.

L’isola dei Conigli, a causa della siccità che affligge il lago di Garda, si raggiunge a piedi
(ANSA/ FILIPPO VENEZIA)

Idroelettrico a rischio – Secondo Eurostat, l’Italia è il Paese col consumo pro capite d’acqua più alto in Europa (più di 200 litri per persona/giorno). La percentuale di dispersione idrica delle reti oscilla attualmente tra il 40 e il 50%: i picchi più alti si registrano nel Mezzogiorno, nel Nord-ovest il valore si aggira invece attorno al 30%.
Coldiretti parla di più di 300mila imprese a rischio per la crisi dell’acqua: il dato è stato rilanciato anche da Confagricoltura in un suo comunicato, in cui l’ente accoglie con soddisfazione l’insediamento della Cabina di regia voluta dal Governo. «Le criticità attuali richiedono interventi immediati sui costi che devono sostenere le imprese […] Confagricoltura chiede al governo un Piano Acque organico, che può essere realizzato recuperando risorse sia dal Pnrr, sia dai Fondi di coesione». Per l’efficientamento delle infrastrutture idriche il Pnrr mette a disposizione 900 milioni con scadenze precise per l’aggiudicazione degli appalti (20 settembre 2023),  la costruzione di novemila chilometri di rete idrica entro il 2024, e la realizzazione di ulteriori 16.000 chilometri entro marzo 2026.

Un fondo che terrà d’occhio il settore idroelettrico, in calo del 38% nel 2022 a causa della siccità. Sono varie le proposte portate avanti dalle aziende di gestione idrica, dall’implementazione dello stoccaggio piovano agli impianti di desalinizzazione e riutilizzo efficiente delle acque reflue. «Investiremo oltre 11 miliardi nei prossimi tre anni», ha affermato il presidente di Utilitalia Filippo Brandolini in un’intervista al Sole24Ore, «La maggior parte per garantire la sicurezza dell’approvigionamento idrico, mentre altre risorse saranno destinate per l’ammodernamento delle strutture. Il governo, d’altro canto, dovrà darci tutto il supporto possibile».