Una vita e due pilastri: la famiglia e la Chiesa. Maryetta Dussourd, morta il 4 maggio a 74 anni per un cancro al seno sapeva che sarebbero stati questi i due valori portanti della sua storia, ma aveva immaginato una trama completamente diversa rispetto a come poi è andata. Soprattutto, non poteva immaginare che uno dei due avrebbe intaccato l’altro, colpendolo al cuore della sua innocenza. Ha cresciuto quattro figli e quattro nipoti secondo i principi cardine del cattolicesimo. Poi ha dato voce alle vittime dei preti pedofili, cancellando anni di omertà e silenzio.

Maryetta Dussuord

Il parroco e le denunce  – E’ cominciato tutto negli anni ’70, con un nome: John Geoghan, il prete della parrocchia che così spesso frequentava casa Dussourd per pregare insieme ai ragazzi. Per due ferventi cattolici come Maryetta e suo marito Ralph, nulla di strano, anzi. Era stata la stessa Maryetta a chiedergli di passare da casa, nella speranza che potesse diventare una sorta di modello per i bambini. Invece ne abusava –  il più grande aveva 12 anni, il più piccolo 4 – e li scoraggiava dal fare denunce, cercando di convincerli che nessuno li avrebbe creduti: fra chiesa e famiglia, Maryetta avrebbe preferito la chiesa. Nulla di più sbagliato: quando venne a sapere tutto, la donna denunciò gli abusi alle autorità cattoliche e pensò anche di rivolgersi alla polizia, ma le fu consigliato di non agire perché i vertici clericali l’avrebbero incastrata fra omertà e spese legali vertiginose. Geoghan fu semplicemente spostato da una parrocchia all’altra, e portò con sé i suoi crimini.

The Boston Globe – Maryetta, però, non si è mai fermata. Dopo anni di lotte insieme a centinaia di famiglie, la svolta è arrivata nel 2002, quando è scoppiato lo scandalo di abusi sessuali su minori denunciato dalla testata The Boston Globe, e le vittime hanno trovato voce e ascolto dopo una lunga serie di silenzi e porte chiuse. Oltre 250 preti accusati di aver molestato o violentato quasi 1000 bambini, in oltre quarant’anni, solo a Boston. Maryetta fornì anche alcune lettere che testimoniavano come i vertici della chiesa sapessero tutto e non avessero fatto nulla per impedirlo. La vicenda è il cuore de Il caso Spotlight, vincitore dell’Oscar come miglior film nel 2016. Il parroco Geoghan fu accusato di aver molestato oltre 130 minori, fra cui i figli e nipoti dei coniugi Dussourd. Incarcerato, fu poi strangolato – e ucciso – da un compagno di cella, che riferì di aver subito abusi da bambino.

«A hero» – Non è bastato spaccare un sistema per cancellare il dolore da esso provocato: Terry McKiernan, presidente della no profit BishopAccountability, un’associazione che monitora i preti accusati di abusi sessuali, ha incontrato Maryetta due anni fa. Lo riferisce il The New York Times: «Ne parla con profonda sofferenza e agitazione, fra le lacrime. Ancora oggi, dopo così tanti anni». Madre, lavoratrice, combattente. Impossibile definire Maryetta in unico modo. La rete Survivors Network of those Abused by Priests , però, non ha dubbi: «A hero, plain and simple».