Ha rappresentato il sogno in celliuloide di milioni di italiani degli anni 50 e 60, l’epoca della maggiorate cinematografiche che impazzavano a Cinecitàà, quando con il suo sorriso e le sue forme prorompenti rivaleggiava in popolarità con Sophia Loren, dividendo in due fazioni  il pubblico come capitava a Coppi e Bartali o a Vespa e Lambretta. Gina Lollobrigida, morta a Roma a 95 anni, è stata una delle regine incontrastate del cinema italiano del secondo dopoguerra, con una popolarità che, attraverso varie vicende, nopn sempre pèiacevoli, è comunque arrivata fino al terzo millennio.
L’attrice nata a Subiaco (Lazio) nel 1927 ha attraversato il Novecento sulle ali del proprio talento, diventando una delle stelle più luminose del cinema, non solo italiano. A cavallo tra Italia e Stati Uniti, ha lavorato con i più grandi registi nazionali e internazionali, raggiungendo la consacrazione presso il grande pubblico con l’interpretazione della “Bersagliera” in Pane amore e fantasia di Luigi Comencini nel 1953, in compagnia di Vittorio De Sica.
Tra i riconoscenti conquistati come attrice brillano in bacheca il Golden Globe per Torna a settembre, i sette David di Donatello, due Nastri d’Argento e una stella sulla Hollywood Walk of Fame, a Los Angeles.
Diva del grande schermo, icona davanti alla cinepresa, ma anche fotoreporter di successo. Lollobrigida ha vissuto una sola vita, ma diverse carriere, reinterpretandosi nei ruoli professionali come nella vita privata.
Negli ultimi anni si era dedicata alla fotografia e alle mostre d’arte, non risparmiandosi un avvicinamento alla politica.
Memorabili rimangono la sua intervista a Fidel Castro e il bacio a Yurii Gagarin, il primo uomo nello spazio.