Uno sciopero di due ore per chiedere al governo più risorse per la lotta all’evasione. Giovedì 23 gennaio gli uffici dell’Agenzia delle Entrate, delle Dogane e dei Monopoli si sono fermati dalle 10 alle 12 per chiedere all’esecutivo guidato da Giuseppe Conte e al ministro dell’Economia Roberto Gualtieri di fare fronte a una serie di problemi che stanno di fatto bloccando la riscossione fiscale impedendo ai lavoratori di «coprire i servizi essenziali». In primo luogo, i sindacati chiedono al governo di nominare al più presto i vertici dell’Agenzia delle Entrate, ma anche di assumere personale perché non in grado di far fronte alle crescenti pratiche delle Dogane legate alla Brexit. La prima risposta dovrebbe arrivare già giovedì sera con il consiglio dei ministri che dovrebbe nominare i nuovi vertici di Entrate, Demanio e Dogane.

La protesta – La protesta di giovedì è stata messa in campo dai sindacati Fp Cgil, Cisl Fp, Uilpa, Confsal Unsa e Flp, secondo cui i lavoratori delle Agenzie «stanno operando con una carenza di personale che non permette ormai nemmeno più di coprire i servizi essenziali, figuriamoci fare la lotta all’evasione fiscale». I lavoratori, denunciano i sindacati, «non percepiscono da oltre due anni il salario di produttività» e a questo si aggiunge «il taglio dei fondi per i lavoratori, un’organizzazione obsoleta e la paralisi dovuta all’assenza di un interlocutore, in quanto la politica non è stata capace di nominare né i direttori dell’Agenzia, né i comitati di gestione». Secondo quanto riportato da Italia Oggi, inoltre, molti direttori provinciali nei giorni scorsi hanno firmato una nota di preoccupazione inviata ai direttori regionali in cui denunciano la mancata capacità di presidiare l’attività dell’Agenzia delle entrate. Ovvero: meno accertamenti, verifiche, assistenza, servizi e rimborsi.

La Brexit – Un fattore determinante sulla crisi delle Agenzie è sicuramente la Brexit: il 31 gennaio è prevista l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea e l’Agenzia non avrebbe il personale per fronteggiare una probabile emergenza né i soldi per il pagamento dei servizi istituzionali e delle indennità previste per legge riguardo al traffico merci in Italia. «Stiamo difendendo i nostri salari ma soprattutto il nostro diritto/dovere di lavorare per lo Stato e i suoi cittadini in maniera concreta ed efficace, con un’organizzazione moderna e funzionale», concludono Fp Cgil, Cisl Fp, Uilpa, Confsal Unsa e Flp nella nota di presentazione dello sciopero.

L’ex direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini (ANSA)

Le nomine politiche – La prima risposta del governo dovrebbe arrivare già nel cdm delle 21 di giovedì sera, quando il ministro dell’Economia Gualtieri proporrà i nuovi vertici delle tre agenzie. I nomi sono sul piatto da diverse settimane e hanno fatto discutere, ma adesso sembra arrivato il momento giusto. Per l’Agenzia delle Entrate dovrebbe tornare il renziano Ernesto Maria Ruffini, già alla guida dell’Agenzia con il governo Gentiloni e capo di Equitalia con l’esecutivo guidato da Matteo Renzi (quota Pd). Il Demanio andrebbe invece al M5s: il governo dovrebbe indicare Marcello Minenna, ex assessore al Bilancio della giunta Raggi che sembrava destinato alla Consob (sponsorizzato da Beppe Grillo), prima di essere superato dal leghista Paolo Savona. Per le Dogane, infine, sarà nominato Antonio Agostini, considerato vicino al M5s e ora a Palazzo Chigi al Dipartimento per la Programmazione Economica (Dipe).