Sul palco di Sanremo potrebbe arrivare una melodia inedita, quella del clacson dei trattori. nelle prime ore dell’8 febbraio gli agricoltori in protesta sono arrivati alle porte del festival, nella speranza di portare le loro motivazioni anche alla kermesse. Ma la partecipazione sembrerebbe essere stata rifiutata. Secondo le indiscrezioni di stamattina sarebbero dovuti salire sul palco dell’Ariston quattro coltivatori, tutti appartenenti al movimento “Riscatto Agricolo” ma le ultime notizie parlano solo di un comunicato stampa che verrà letto dal presentatore Amadeus.Una cosa è certa: i manifestanti, arrivati alle sei del mattino dopo aver percorso 250 chilometri di strada, non hanno intenzione di fermarsi.
Motivazioni – Sono diverse le ragioni che nelle ultime settimane hanno portato, in tutta Europa, centinaia di agricoltori in piazza. Ogni Paese ha le proprie ma non è difficile identificare un fil rouge comune. Una delle principali cause è la “Farm to Fork strategy“, uno dei sistemi studiati dall’Unione euroopea per rendere l’agricoltura più sostenibile. Tra le proposte: ridurre l’uso di antiparassitari e pesticidi, aumentare la produzione organica e dedicare parte delle proprie terreno a un utilizzo non agricolo. Lo spiega Alessandro Olper, professore ordinario del dipartimento di Scienze e politiche ambientali al’Università statale di Milano. «I cambiamenti decisi dalla Commissione europea per tentare di raggiungere un sistema alimentare sostenibile porteranno molti agricoltori ad andare in perdita», ha commentato. «Le materie prime si ridurranno e costringeranno l’Italia a importare sempre più da altri Paesi, molto più inquinanti. In Commissione europea acuni si rendono conto della situazione critica ma non tutti». Un sistema, dunque, che potrebbe essere controproducente, allontanando le emissioni provenienti dal settore agricolo dall’Europa per poi accrescerle in altri territori. Ad aggravare la crisi anche il conflitto in Ucraina, che ha portato a un aumento generale dei prezzi e a un indirizzamento dei fondi europei verso la guerra, e la pandemia.
Risvolti – «Quando gli agricoltori vanno in piazza, ottengono sempre qualcosa», ha continuato Olper, riferendosi soprattutto alle proteste in Francia, dove le manifestazioni della categoria sono periodiche. Una situazione che potrebbe non ripetersi in Italia. «Il nostro Paese è molto eterogeneo. È difficile mettere insieme interessi diversi, la penisola è lunga e le produzioni diversificate. Se non fosse partita l’ondata in Europa, non è detto che l’Italia avrebbe avuto la stessa mobilitazioine». Secondo il professore, il peso degli agricoltori si vedrà anche nelle prossime elezioni europee, attese per giugno. «Il risultato potrebbe portare a un’ulteriore deriva a destra», ha concluso Olper. Intanto il governo, per bocca della stessa premier Giorgia Meloni, ha ribadito il suo appoggio alla categoria, la stessa, ha sottlineato, che «questo governo ha difeso prima che ci fossero le manifestazioni e si scendesse in piazza».