La Direzione Investigativa Antimafia di Napoli ha sequestrato beni per 10 milioni di euro nell'indagine sulla gestione degli appalti all'ospedale di Caserta

La Direzione Investigativa Antimafia di Napoli ha sequestrato beni per 10 milioni di euro nell’indagine sulla gestione degli appalti all’ospedale di Caserta

Mafia, politici, imprenditori: una complessa associazione a delinquere con al centro l’ospedale Sant’Anna e Sebastiano di Caserta. Dopo gli arresti dei mesi scorsi, dopo lo scioglimento dell’ Asl, ora arrivano anche i sequestri: la Direzione Investigativa Antimafia di Napoli ha bloccato martedì 26 maggio beni per dieci milioni di euro a Raffaele Donciglio, uomo d’affari, al politico del Pdl (oggi Forza Italia) Antonio Magliulo e ad Elvira Zagaria, sorella del boss dei casalesi, Michele. La camorra- secondo gli inquirenti – è riuscita a introdursi nella gestione degli appalti dell’azienda sanitaria, grazie agli uomini giusti nei posti giusti.

Quote societarie, fabbricati e terreni nella province di Caserta e Napoli, diversi beni mobili e rapporti finanziari: ecco il tesoretto sequestrato dalla Dia ai tre presunti prestanome del clan camorristico. E’ questo l’ultimo capitolo di un’inchiesta iniziata ormai quasi dieci anni fa.

Il 21 aprile scorso, dopo l’arresto di 24 persone tra funzionari e politici, il governo aveva chiesto lo scioglimento della direzione generale dell’azienda per infiltrazioni camorristiche, primo caso in Italia. Era risultato evidente il condizionamento del clan Zagaria e Iovine nella gestione degli appalti, favorita da una fitta rete di imprenditori e politici, manovrata da Elvira Zagaria. La donna, secondo gli investigatori, ricoprirebbe un ruolo centrale degli affari di famiglia, dopo l’arresto del fratello.

La famiglia mafiosa dei Zagaria – stando alle ricostruzioni investigative – si era impadronita del controllo dei lavori all’interno del Sant’Anna e Sebastiano già nel 2006, con la nomina a direttore generale di Luigi Annunziata e l’aiuto di Antonio Fantini, in quel periodo segretario politico regionale dell’Udeur. Una vicenda che coinvolse direttamente nelle polemiche anche il leader, Clemente Mastella. Ma dall’Udeur il clan avrebbe cercato poi nuovi appoggi politici all’interno del Pdl. Così dal novembre 2013 i controlli si sono fatti sempre più stretti, grazie alla nomina di una commissione prefettizia. Solo a gennaio 2015 però, la Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli è riuscita ad accertare la presenza di infiltrazioni mafiose. Da qui l’avvio dei mandati d’arresto. E ora i sequestri.

Michela Rovelli