Amanda Knox durante il processo a suo carico per l'omicidio di Meredith Kercher

«Mi piacerebbe essere riconsiderata una persona: tutto quello che mi è accaduto è stato surreale, ma sarebbe potuto capitare a chiunque». Sono le parole pronunciate da Amanda Knox nella prima intervista televisiva, rilasciata alla Abc, per la promozione della sua autobiografia, dal titolo Waiting to be heard. Il libro, che narra la sua vicenda processuale, le ha già fruttato un anticipo di 3,8 milioni di dollari.

A intervistarla è stata Diane Sawyer, star del canale, il video integrale sarà trasmesso martedì sera, ora della East Coast (le 6 del mattino, ora italiana, del 1° maggio). Le anticipazioni, diffuse su internet, mostrano la giovane americana che ricorda, tra le lacrime, la sua esperienza davanti al Tribunale di Perugia. «Mi hanno chiamata ‘diavolo’, – ricorda Amanda – voglio dire, una cosa è leggere certe cose sui media, un’altra sedere davanti alla Corte, mentre combatti per salvarti la vita e la gente ti chiama ‘diavolo’. A tutti gli effetti a prescindere se fosse vero o no, io ero un’ assassina. E ho dovuto convivere con l’idea che questa sarebbe stata la mia vita futura».

Nell’intervista rilasciata alcuni giorni fa a Usa Today, la studentessa di Seattle, ha affermato che non esclude di tornare in Italia per assistere, a Firenze, al nuovo processo a suo carico per la morte della sua coinquilina Meredith Kercher. Nuovo giudizio, ordinato il mese scorso dalla Corte di Cassazione dopo aver annullato la sentenza di assoluzione nei confronti suoi e di Raffaele Sollecito. In primo grado, i due imputati vennero condannati a 25 e 26 anni di carcere per l’omicidio di Meredith, avvenuto nel 2007 a Perugia. Delitto che, a sei anni di distanza, resta ancora senza colpevole.

Gabriele Principato