E’ precipitata dal terzo piano della palazzina dove abitava, nella sua città natale di Foligno, dove era tornata per passare qualche giorno di vacanza. E’ morta così Francesca Tardioli, 56 anni, ambasciatrice italiana in Australia. Se in un primo momento si era pensato a un incidente, a un malore o alla perdita di equilibrio per essersi sporta troppo dal terrazzo, nelle ultime ore si fa sempre più concreta l’ipotesi di suicidio. La donna, che lascia due figli di 27 e 24 anni, soffriva di una forte depressione.

Il fatto – Il tutto è avvenuto nel pomeriggio di sabato 19 febbraio. Al momento della caduta Tardioli si trovava sola nella sua abitazione a Foligno, in provincia di Perugia. A dare l’allarme è stato un familiare che abita nello stesso palazzo. Inutili i soccorsi sul posto.
La diplomatica aveva partecipato all’incontro del presidente Sergio Mattarella con gli ambasciatori in chiusura del suo primo settennato. A giorni sarebbe dovuta tornare in Australia, dove guidava la rappresentanza dal settembre 2019.

L’ipotesi suicidio – Nelle prossime ore i carabinieri, coordinati dalla procura di Spoleto, proseguiranno con gli accertamenti per cercare di chiarire cosa sia realmente accaduto. Tutto comunque lasxcia pendsare a un suicidio. La diplomatica si sarebbe gettata dal balcone volontariamente, spinta da una depressione aggravata dalle pesanti misure anti-contagio adottate in Australia.

Il cordoglio delle istituzioni – «La ricorderemo con affetto per le sue ammirevoli qualità professionali e umane: una grande diplomatica e servitrice dello Stato», con questo tweet la Farnesina si unisce al dolore dei familiari di Francesca Tardioli. Come anche l’ambasciata a Canberra, che ha espresso cordoglio per «la prematura scomparsa di «una persona squisita, modello professionale e promotrice dei diritti umani».

Chi era Francesca Tardioli – Un curriculum impeccabile quello di Tardioli. Laureata a Perugia nel 1989 in Scienze politiche, e dopo aver conseguito un master in Relazioni internazionali a Roma, iniziò la carriera diplomatica nel 1992 diventando Direttore generale per l’emigrazione e gli affari sociali (ruolo che le permise di seguire il negoziato di adesione all’Accordo di Schengen). Dall’anno successivo prestò servizio presso l’ambasciata a Tirana e venne nominata console a Norimberga nel 1995. Dal 1998 fu ambasciatrice a Riad e nel 2004 venne delegata alla Rappresentanza permanente presso la Nato a Bruxelles. Nel 2016 venne nominata vice direttrice generale per gli Affari politici e di sicurezza e poi direttrice centrale per le Nazioni Unite e i Diritti umani.