C’è un’Italia che odia sempre di più. Un Paese che «sembra concentrare più di altri in Europa le dinamiche di tendenza all’odio» cresciute quasi ovunque nel mondo. A dirlo è il rapporto 2017-2018 di Amnesty International, che fornisce l’analisi più completa sull’attuale situazione dei diritti umani in 159 Paesi del mondo. Secondo il rapporto, l’Italia ha un problema con il razzismo. La tendenza all’ostilità verso l’altro e il diverso «non riguarda solo i migranti, ma anche i rom, le persone Lgbt, riguarda le donne e anche i poveri». C’è una una grossa fetta del Paese che si ritiene «bella, pura, italiana, mentre il resto non merita di condividere il territorio», è la denuncia di Gianni Rufini, direttore generale di Amnesty International Italia. Nel 2014 l’Italia era «orgogliosa di salvare le vite dei rifugiati e considerava l’accoglienza un valore importante», oggi non più.

«L’odio uccide il confronto» – Oggi l’odio è rivolto anche a chi pratica la solidarietà, l’accoglienza, la condivisione. Alle Ong che svolgono l’attività di ricerca e soccorso in mare e verso tutti coloro che si ribellano al discorso dell’ostilità e della xenofobia. L’odio «sta rendendo il clima impossibile in questo Paese, uccidendo ogni possibilità di confronto», sottolinea Rufini, che aggiunge: «Ormai si ricorre all’incitamento alla violenza, ma anche alla sua esecuzione, come abbiamo visto a Macerata”, o in altre città italiane, tra oppositori politici. Ne sono un esempio le aggressioni dei giorni scorsi a esponenti di Forza Nuova e di Potere al Popolo. Per combattere contro questa deriva, Amnesty ha lanciato una task force per cercare di contrastare sul web fake news, discorsi d’odio e pregiudizi nei confronti di tutte le categorie vulnerabili. L’obiettivo è «riaprire spazi di dialogo sui social network, che sembra essere il coagulo dell’odio che sta avvelenando la società».


I post razzisti del centrodestra – Un odio che è protagonista della campagna elettorale. Secondo Amnesty il 95% delle dichiarazioni politiche sui social che «veicolano stereotipi, sono discriminatorie, razziste o incitano all’odio e alla violenza in campagna elettorale» sono da attribuire ai tre partiti della coalizione di centrodestra. Nel dettaglio alla Lega Nord è attribuibile il 50% di questi post, a Fratelli d’Italia il 27% e a Forza Italia il 18%. Sono i primi risultati del “Barometro dell’odio”, iniziativa dell’organizzazione che monitora le dichiarazioni sui social di 1.425 tra candidati ai collegi per le elezioni di Camera e Senato, 17 leader politici in corsa alle elezioni e i candidati a presidenti delle regioni Lazio e Lombardia.

«Preoccupanti politiche sull’immigrazione» – Dal rapporto annuale dell’organizzazione emerge che l’Italia nel 2017 «si è messa alla guida della politica europea di contenimento dell’immigrazione a tutti i costi, e il costo pagato dai migranti in carcere in Libia è terrificante», ha detto all’Ansa Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia. Ma in questo l’Italia è in compagnia della Francia, che secondo il rapporto di Amnesty non è «ancora all’altezza delle sue responsabilità» sull’accoglienza di esiliati e stranieri: un giudizio che arriva all’indomani della presentazione a Parigi del progetto di legge sull’Asilo e l’Immigrazione, che contiene una stretta per l’incarcerazione e l”espulsione dei migranti irregolari. La politica di “contrasto all’immigrazione” è il dato che maggiormente «preoccupa» l’organizzazione. Infine, Amnesty non dimentica la storia di Giulio Regeni e continua a esprimere insoddisfazione per la vicenda: la collaborazione con le autorità per ottenere la verità sul ragazzo ucciso in Egitto più di 2 anni fa, «a circa sei mesi dalla decisione di rimandare il nostro ambasciatore al Cairo, è ancora del tutto insufficiente», ha sottolineato Antonio Marchesi, presidente di Amnesty International Italia.