Antonio Tagliata con la fidanzata

Antonio Tagliata con la fidanzata

L’ha scritto su un foglio volante e l’ha lasciato in casa prima di andare dalla fidanzata: “Confesso l’omicidio di Fabio Giacconi e Roberta Pierini”. Così Antonio Tagliata, il diciottenne che avrebbe ucciso i genitori della ragazza sedicenne, ha messo nero su bianco la sua posizione in un biglietto sequestrato lunedì dai carabinieri di Ancona. Il ragazzo, difeso dall’avvocato Luca Bartolini, ha spiegato agli inquirenti che in realtà avrebbe lasciato quella dichiarazione scritta per proteggere il padre, che ha un passato di pesanti guai con la giustizia, da ipotetiche indagini.

Ma quel biglietto, ritrovato in casa del ragazzo a due giorni dall’omicidio, potrebbe aggravare la sua posizione, come anche la conferma che in tasca, oltre a una pistola con la matricola cancellata e detenuta senza porto d’armi, aveva 86 proiettili. In precedenza erano state trovate altre tre lettere scritte da Antonio al padre, alla madre e ai fratelli, in cui il giovane si scusava per ciò che avrebbe fatto: i genitori le avevano interpretate come l’annuncio di un suicidio, e per questo si sarebbero rivolti alle forze di polizia, non sapendo ancora, hanno affermato, dell’avvenuta sparatoria in casa dei Giacconi.

Una brutta storia legata all’oscuro profilo psicologico dei due protagonisti della vicenda che, complice il rapporto morboso di un amore osteggiato, ha causato litigi non solo tra i giovani ma anche tra la coppia e i genitori di lei. Tanto che sabato pomeriggio, alle 13.30, si è giunti all’apice della tensione: nell’abitazione della famiglia della 16enne, al quarto piano di una palazzina in via Crivelli ad Ancona, i coniugi Giacconi sono stati raggiunti da otto colpi di pistola. Discordanti le posizioni dei giovani, che si rimpallano la responsabilità dell’omicidio: “Ho sparato io”, avrebbe detto Antonio durante l’interrogatorio in caserma. Che, quasi a discolparsi, ha poi aggiunto: “È stata lei a dire ‘spara’”. Ma la ragazza prende le distanze: “La pistola non l’ho toccata”, è la versione della minore, che la difesa descrive come una persona fragile, immatura e sotto choc.

Quel che è certo è che per la donna, una quarantanovenne, non c’è stato nulla da fare, mentre il marito, maresciallo dell’Aereonautica, è in coma agli Ospedali Riuniti di Ancona, con un bollettino medico che parla chiaro: “In coma, sedato farmacologicamente”. Per mercoledì, invece, è prevista l’autopsia sul corpo della donna.

Clara Amodeo