Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il primo presidente della Corte di Cassazione Giovanni Canzio, all'inaugurazione dell'anno giudiziario

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il primo presidente della Corte di Cassazione Giovanni Canzio, all’inaugurazione dell’anno giudiziario

È un rito che si ripete. I magistrati si riuniscono per l’inaugurazione dell’anno giudiziario della Cassazione. Solenni nelle loro toghe rosse. Eppure il primo presidente della Corte di Cassazione Giovanni Canzio, eletto appena un mese fa, ha voluto iniziare la sua relazione del 28 gennaio con il desiderio di evitare la ripetitività dell’evento a favore di una vera occasione di riflessione. Riflessione che si concentra soprattutto su un tema che oggi tiene banco in Italia e in Europa: l’immigrazione clandestina. «La risposta penale al fenomeno si è rivelata inutile, inefficace e sotto alcuni profili dannosa», ha detto Canzio. Davanti al presidente della Repubblica Sergio Mattarella e al ministro della Giustizia Andrea Orlando, il primo presidente della Suprema Corte ha proposto una sostituzione del reato con sanzioni amministrative, fino al provvedimento di espulsione. La questione del reato di clandestinità è stata dibattuta a lungo in ambito giudiziario. Contrari molti operatori della giustizia. Anche il procuratore Armando Spataro, coordinatore dell’antiterrorismo, in un’intervista alla Scuola di giornalismo Walter Tobagi, si era mostrato molto critico nei confronti della marcia indietro del governo Renzi sull’abolizione della legge introdotta nel 2009.

Sul tema è tornato durante la cerimonia di inaugurazione anche il ministro Orlando, che ha parlato della prospettiva di una sospensione della libera circolazione nell’area Shengen: «Non possiamo rinunciare alla nostra libertà, non possiamo rinunciare a Shengen. È proprio la libertà e la tutela dei diritti fondamentali che contraddistingue l’Unione Europea ad attirare l’attacco dei fondamentalismi». Sul terrorismo, Canzio ha precisato: «Ogni forma di contrasto alle organizzazioni criminali e terroristiche deve essere condotta nel rispetto della Costituzione e delle leggi dello Stato».

Durante l’inaugurazione sono intervenuti anche il vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura Giovanni Legnini, il procuratore generale presso la Corte di Cassazione Pasquale Paolo Maria Ciccolo, l’avvocato generale dello Stato Massimo Massella Ducci Teri e il presidente del consiglio nazionale forense Andrea Mascherin. Legnini ha manifestato soprattutto la sua preoccupazione per la perdita di credibilità che subiscono i giudici: «Comportamenti opachi e anonimi minano l’indipendenza della magistratura». Su questo e sulle difficoltà organizzative della macchina giudiziaria si è espresso anche il presidente della Corte di Cassazione: «Necessario per noi magistrati procedere a un processo di autoriforma». E rivolgendosi al legislatore ha detto: «Sarebbe auspicabile evitare modifiche frequenti a leggi e ridurre gli effetti della prescrizione».

Lara Martino