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De gustibus non disputandum est, de effectibus neanche. Se sul loro sapore i pareri si dividono, i loro benefici sembrano godere di un consenso unanime: antiossidanti e – si sussurra – potentissimi afrodisiaci. Sono le oloturie, i “cetrioli di mare”, che, una volta mangiati, farebbero la gioia di milioni di coppie desiderose di ritornare ai fasti adolescenziali sotto le lenzuola senza voler passare in farmacia: efficaci o meno, la forma è di certo evocativa, al pari del loro colore spesso bluastro. I cetrioli di mare sono echinodermi dalla forma cilindrica, con tentacoli sulla bocca e file di pedicelli sul corpo. Somigliano proprio all’ortaggio e sono parenti stretti di stelle marine e ricci di mare. I cinesi ne vanno matti e un chilo costa più di quattrocento euro, ma a volte può superare i tremila. Così, con l’espansione dell’economia e l’aumentare del benessere della classe media del Dragone, la domanda dei cetrioli di mare è cresciuta a dismisura negli ultimi anni. Troppo, a quanto pare: la pesca indiscriminata ne ha messo a rischio la stessa esistenza nei fondali di mezzo di mondo. E l’ecosistema traballa.

Presi d’assalto – Un’inchiesta del Guardian ha rivelato come le acque di confine tra India e Sri Lanka siano prese ogni giorno d’assalto da parte di pescatori clandestini che giungono da oltreconfine, particolarmente attivi nei pressi della Palk Bay e del Golfo di Mannar, noti anche per la decennale raccolta delle perle: «Il problema è serio – racconta Chamari Dissanayake, professore di zoologia all’Università di Colombo – l’attività dei trafficanti mette a rischio non solo l’ecosistema dei mari, ma anche la sopravvivenza stessa della nostra popolazione. Il sovrasfruttamento criminale, oltre a depredare l’oceano, danneggia tutte le famiglie che vivono lungo la costa: si stanno estinguendo non solo i cetrioli, ma anche i pescatori». L’India ha reagito bandendone qualunque tipo di commercio, mentre il governo cingalese, più bisognoso di liquidità, rilascia speciali licenze di pesca e di esportazione. Nell’agosto del 2020 un carico di circa due tonnellate di cetrioli di mare, dal valore di oltre un milione di euro, è stato intercettato dalla Guardia costiera indiana: era destinato ai mercati di tutto il sud- est asiatico, il cui bacino di utenza sfiora il miliardo di potenziali acquirenti.

Rischio ambientale – I cetrioli di mare svolgono un ruolo cruciale nell’ecologia degli ecosistemi acquatici, trattandosi di organismi detritivori e sospensivori. Questo significa che si nutrono di scarti alimentari e che filtrano il sedimento marino: in mare svolgono mansioni di “operatore ecologico”, e sono indispensabili per la corretta ossigenazione delle acque. Attualmente non esiste una regolamentazione a livello europeo; tuttavia in Italia la loro pesca costituisce un “ecoreato”, vietato dal decreto n.156/2018 del ministero delle Politiche agricole.

Rinoceronti, elefanti e squali – I cetrioli di mare non sono l’unica specie a rischio nel mondo per la loro appetibilità sui mercati internazionali. Lo squalo bianco è minacciato dalla prelibatezza delle proprie pinne, proposte in forma di zuppa in Cina e Vietnam e di stufato fermentato in Islanda (l’”Hakari”), pietanza legata alla tradizione e al folklore dell’isola. Secondo l’organizzazione WildAid, sulla piazza di Hong Kong, che gestisce la metà delle pinne di pescecane pescate in tutti gli oceani, un terzo del pescato viene da specie minacciate di estinzione. L’allarme degli ambientalisti è forte, al punto che il governo cinese ha avviato una marcia indietro precipitosa, eliminando nel 2018 la zuppa di squalo dalle cene di Stato e dai menu della compagnia aerea di bandiera. Discorso analogo per elefanti e rinceronti, che a causa della caccia all’avorio e del bracconaggio diffuso hanno cominciato a nascere con zanne e corni sottosviluppati, o in alcuni casi addirittura assenti. Uno studio del dipartimento ambientale dello Stato indiano di Odisha, ha infine annunciato che la locale specie di coccodrillo è a rischio estinzione. Loro hanno fatto le scarpe a noi, noi le stiamo facendo a loro.