Il triplice omicidio avvenuto a Roma per mano di un uomo che ha aperto il fuoco in una riunione di condominio, ha riacceso il dibattito relativo alle leggi sulle armi in Italia. Sono diverse le normative che ne regolano il possesso ma resta preoccupante il numero di licenze già concesse. Secondo l’annuale rapporto pubblicato dalla Polizia di Stato, le licenze di porto d’armi valide nel 2021 dovrebbero essere all’incirca 1.222.537 (il dato non è consolidato) con una diminuzione del 5% rispetto al 2020 (1.286.541). Le armi nel nostro Paese potrebbero però essere molte di più.

Come si ottiene – Ottenere un’arma, nel nostro Paese, è abbastanza semplice: bisogna essere maggiorenni, incensurati, in possesso di un attestato che certifichi che si sappia utilizzare l’arma (lo si ottiene dopo un breve addestramento al poligono di tiro) e non bisogna avere patologie fisiche o psichiche che ne impediscano l’uso appropriato. Per accertare l’idoneità psicofisica basta un certificato del medico di base: questo è uno dei punti più controversi della legge perché, secondo alcuni, occorrerebbe almeno una visita di uno specialista.

Tipi di licenza – La normativa vigente indica tre tipi di licenza, ognuna delle quali ha il proprio regolamento. Il porto d’armi per difesa personale, che viene rilasciato dal Prefetto, ha una validità di 1 anno, è rinnovabile e permette il possesso di tre armi con cui si può girare in strada. La licenza per uso sportivo, invece, ha una validità di 5 anni (rinnovabile), viene rilasciata dal Questore e consente il possesso di 12 armi da usare solo negli spazi adibiti, per esempio il poligono. Infine, il porto per l’impiego venatorio ha una durata di 6 anni e permette il possesso di un numero illimitato di fucili da caccia, da usare solo nei luoghi in cui essa è consentita e solo nelle stagioni appropriate. Avere una licenza non è l’unico modo di possedere una o più armi. Si possono, infatti, ereditare oppure si può venirne in possesso in modo casuale: in questi casi, bisogna denunciare il fatto alle autorità. Una pratica, però, che spesso non avviene.

Da uno a sette milioni – Bisogna considerare che a ogni licenza può corrispondere un numero maggiore di armi e che quindi il numero totale potrebbe essere molto maggiore di quello delle licenze. Secondo il rapporto della Polizia, le licenze per difesa personale sono 47.230 e quelle per uso sportivo 543.803: le armi corrispondenti, quindi, potrebbero arrivare fino a 141.960 nel primo caso e fino 6.525.636 nel secondo, per un complessivo di quasi sette milioni. Numeri incerti ed enormi, a cui bisogna aggiungere il dato sui fucili da caccia (ci sono 631.304 licenze) e quello delle armi non dichiarate, la maggior parte delle quali in mano alla criminalità. È praticamente impossibile, quindi, sapere quante armi ci siano in Italia. Una ricerca condotta dall’università La Sapienza nel 2017 ha stimato che ve ne siano quattro milioni, mentre uno studio del 2018 realizzato dal centro studi svizzero Small Army Survey col patrocinio del governo australiano ha indicato in 8.6 milioni il totale, quasi un’arma ogni dieci italiani. Questi dati non sono confermabili dato che non esistono documenti relativi rilasciati dalle autorità.