Arrestati 12 militanti neonazisti: tra gli obiettivi l’uccisione della presidente del Consiglio Giorgia Meloni. La Procura di Bologna ha condotto un’indagine sulla cellula neonazista e suprematista «Werwolf Division» che, secondo le accuse, mirava al «sovvertimento dell’attuale ordinamento per l’instaurazione di uno stato etico e autoritario incentrato sulla razza ariana». Un progetto tutt’altro che teorico. L’organizzazione aveva un piano ben preciso, come dimostrato dalle perquisizioni: sequestrati non solo cimeli, bandiere e materiale con simboli nazisti, ma anche armi da taglio e da sparo. I componenti puntavano a stabilire un nuovo ordine sociale attraverso la guerra civile: terrorismo, discriminazione razziale e religiosa i cardini del progetto. Era un gruppo già in fase operativa e in grado di realizzare atti eversivi. 25 in totale gli indagati, a cui si aggiungono 2 minorenni con gli stessi capi d’accusa.

L’organizzazione – «Allenavo cinque persone potenzialmente guerriglieri, per dargli un’arma in mano e andare davanti alla Meloni e sparargli in testa. C’è un albergo davanti al Parlamento, da lì gli puoi sparare un colpo dall’alto». E ancora: «Bisogna farla cadere, fascista finché non è salita al potere, e ora rinnega di esserlo». Queste dichiarazioni arrivano da un’intercettazione telefonica del maggio 2023 e sono attribuibili a Salvatore Nicotra. 45 anni, bolognese, è una delle menti dell’organizzazione: responsabile della propaganda, ma soprattutto di addestrare le nuove reclute all’uso delle armi. Era uno dei principali promotori delle azioni violente, istigava i componenti a compiere attentati contro la presidente del Consiglio. La Werwolf Division stava progettando di uccidere Giorgia Meloni: un atto che avrebbe fatto capire a tutti la concretezza della loro idea di stato e dato il via al progetto. Il gruppo aveva una struttura gerarchica: Daniele Trevisani era il “comandante”, Andrea Ziosi “l’editore” (era lui a tirare le fila ed è accusato di detenzione illegale di armi). Sotto. Joe Fallisi, 76 tenore e compositore, ex anarchico e amico di Giuseppe Pinelli (il ferroviere che morì precipitando da una finestra della questura di Milano nel 196). A lui viene attribuito il ruolo di amministratore del gruppo Telegram, fulcro della divisione, che aveva il compito di veicolare i messaggi agli iscritti. Il movimento non puntava solo a stravolgere l’assetto politico: uno dei bersagli era il presidente del World Economic Forum Klaus Schwab. «Sembra che si trovi in Svizzera, aspettiamo solo delle armi da poter usare», altre parole di Nicotra. Non sono mancati gli attacchi al mondo giornalistico, indirizzati questa volta a David Parenzo: «Sionista, giudeo e vigliacco».

La risposta della Politica – «Questa recente indagine ha la particolarità di dire che i neonazisti che vogliono colpire la Premier smentiscono tante affermazioni fatte nel passato nei confronti del governo che viene accusato di avere vicinanza ideale a questi mondi». Questa la risposta del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi a margine dell’inaugurazione della mostra dedicata al giornalista Giovanni Spadolini a Firenze.