«Champagne, bamba e putt…». Questo era il «pacchetto completo» che veniva offerto ai «clienti pesanti» nella Gintoneria di Davide Lacerenza, ex compagno e socio in affari di Stefania Nobile. Agli arresti domiciliari insieme a lei e al factotum Davide Ariganello a partire da martedì 4 marzo, ora il «king delle notti di Milano» – così amava definirsi il titolare del locale, divenuto un personaggio mediatico sui social – dovrà rispondere di diversi capi d’accusa: favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, autoriciclaggio, detenzione e spaccio di stupefacenti. Lui il braccio, Stefania Nobille – figlia della nota televenditrice Wanna Marchi – la mente, almeno secondo i magistrati: nel business illegale, gli inquirenti sospettano un suo ruolo contabile e amministrativo.

Le indagini – Tutto è cominciato il 5 dicembre 2023, quando gli investigatori della Guardia di finanza hanno convocato Luca Angelo S. S., trentenne e facoltoso ereditiero milanese. In tre anni, il giovane rampollo ha versato più di 641mila euro nelle casse di Lacerenza: è stata proprio una di queste trasazioni a destare l’attenzione degli inquirenti, ora coordinati dalla pm Francesca Crespi e dall’aggiunta Bruna Albertini. Lui solo il caso più eclatante fra decine di storie sovrapponibili, negli atti giudiziari che vanno accumulandosi: tutti clienti “spennati” nelle notti brave della Gintoneria – a due passi dalla stazione Centrale – e del «locale rosa» antistante, chiamato «la Malmaison», che veniva aperto solo per i vip disposti a spendere più di cinquemila euro. È proprio in questo privé, tutto tappezzato con pink moquette, che, su di un soppalco, i clienti potevano appartarsi, secondo l’accusa, con le escort proposte loro da Lacerenza, che prometteva «le donne più belle del mondo». «Amore, dove sei? Ho un cliente svizzero che ha speso 40mila euro di bottiglie. Easy, scarpe da tennis», consigliava, secondo le intercettazioni allegate agli atti, a una di loro.
Il tutto accompagnato da ostriche, crudité di pesce, gin e bocce di champagne anche oltre a 7mila euro l’una: etichette pregiatissime, da Philipponnat a La Tâche Romanèe Conti, sponsorizzate sia da lui che dalla Nobile sui social. Peccato però che la Finanza abbia trovato in cantina taniche di alcol low cost, configurando così anche l’ipotesi di truffa. Infine, la droga: «Gli ho fatto fare una riga da 20 centimetri», avrebbe confidato all’ex compagna riferendosi a una delle sue nottate di eccessi. Non solo in loco, ma anche a domicilio: il testimone S. S. ha confessato agli inquirenti di essersi fatto portare più volte cocaina e prostitute direttamente a casa.
Fra i clienti ricchi imprenditori, immobiliaristi, noti influencer e anche membri delle forze dell’ordine: due quelli indagati. Il primo, un certo Federico, finanziere che avrebbe fatto una soffiata sulle indagini in corso in cabio di sesso gratuito, e un altro, di nome Jack, poliziotto ancora non identificato che avrebbe avvertito Stefania Nobile.
I fiumi di denaro incassati in questo modo – «È stata una bella nottata, arriveremo a 100 (mila euro, ndr)» – venivano poi reinvestiti nelle attività commerciali: da qui l’ulteriore accusa di autoriciclaggio. La Gdf ha disposto un sequestro preventivo di oltre 900mila euro, ritenuti proventi dell’autoriciclaggio, oltre ad aver bloccato un conto in Lituania con 33mila euro, uno in Italia con 40mila ed aver trovato 10mila euro cash nella Malmaison.

Stefania Nobile – «Da un momento all’altro arrivano, io me lo sento. Io sono già stata in galera, lui (Lacerenza, ndr) scherza e ride, ma non c’è stato», dice in un’intercettazione. Il ruolo della nota imbonitrice, già finita in carcere con la madre nel 2002 per la truffa dei talismani, ancora non è chiaro. Liborio Catalliotti, il suo legale, la difende preventivamente: «Escludo totalmente che abbia favorito la prostituzione». Martedì prossimo, l’11 marzo, sia lei che Lacerenza verranno sentititi dalla gip Alessandra Di Fazio.