Marcello Pesce catturato nel suo appartamento a Rosarno

Marcello Pesce catturato nel suo appartamento a Rosarno

Marcello Pesce, capo dell’omonima cosca calabrese, soprannominato “u ballerinu” per la passione per discoteche e locali, è stato catturato a Rosarno (Reggio Calabria) all’alba del 1 dicembre. Era disarmato e non ha opposto resistenza alla polizia. Con lui nell’appartamento c’erano altri due uomini, padre e figlio, arrestati con l’accusa di favoreggiamento.

Il 52enne latitante della famiglia Pesce, sfuggito alla cattura nel 2010 e condannato in appello a 16 anni e 8 mesi di reclusione per associazione mafiosa, era ricercato da sei anni. I poliziotti del Servizio centrale operativo e della squadra mobile di Reggio Calabria, guidati da Francesco Rattà, l’hanno bloccato intorno alle 5 del mattino. In questi anni carabinieri e polizia sono stati più volte sul punto di catturare il boss, setacciando diversi bunker nelle campagne di Rosarno. È consuetudine degli ‘ndranghentisti  non allontanarsi dal proprio territorio per gestire gli affari di famiglia e mantenere il controllo sulla zona.

Il ricercato è rimasto nascosto nel Rosarnese, protetto da una rete di fiancheggiatori. Nell’aprile 2010, poco prima dell’irruzione dei carabinieri nel suo covo, era riuscito a sfuggire alla cattura avvisato da un sms in codice “è nata una bambina, è nata una bambina”. In quell’operazione, chiamata All Inside, il clan che opera nella piana di Gioia Tauro fu decimato.

Pesce era lo stratega degli affari di famiglia: ha fatto transitare in Europa tonnellate di droga, ha pianificato una “diversificazione” dei milioni incassati con il narcotraffico investendo in molte società del Nord Italia ed è stato anche un imprenditore sportivo, Insieme al cugino Francesco, detto “Testuni”, ha acquisito e gestito una serie di piccole squadre di calcio locali, sfruttandole per raccogliere consenso e reclutare ragazzi per la sua organizzazione militare. Era tra i latitanti della ‘Ndrangheta più importanti ancora liberi e dovrà ora rispondere ai giudici per reati che vanno dall’associazione mafiosa al traffico di stupefacenti e all’intestazione fittizia di beni.

“Oggi è una bella giornata per l’Italia: un pericoloso latitante, ricercato in campo internazionale da sei anni, è stato assicurato alla giustizia”, ha detto il ministro Angelino Alfano congratulandosi con le forze dell’ordine poche ore dopo il successo dell’operazione. “Questa è l’ennesima dimostrazione che lo Stato vince sempre – ha commentato invece il sindaco di Rosarno Giuseppe Idà -. I cittadini siano fiduciosi, la nostra terra sarà presto liberata dal giogo delle mafie. Esprimo a nome della Città sentimenti di profonda gratitudine alle Forze dell’ordine per la brillante operazione eseguita”