
L’aula in cui si è svolto il processo in un’immagine d’archivio (Ansa)
In aula mancano i due imputati. Non c’è nemmeno il corteo di manifestanti che alla scorsa udienza si era fatto sentire davanti al Palazzo di Giustizia di Genova. Il processo – con rito abbreviato – per l’attentato a Roberto Adinolfi finisce senza i suoi protagonisti. Sono stati condannati rispettivamente a 10 anni e 8 mesi, 9 anni e 4 mesi di reclusione Alfredo Cospito e Nicola Gai, i due anarchici di Area Informale che, il 7 maggio del 2012, avevano sparato alle gambe all’amministratore delegato di Ansaldo Nucleare. Sulla pena pesa l’aggravante della finalità di terrorismo.
Per i due reo confessi torinesi a fine ottobre erano stati chiesti rispettivamente 12 e 10 anni. Ora “questa sentenza ha confermato la bontà dell’impianto accusatorio”, ha detto il procuratore capo di Genova Michele Di Lecce, accanto ai pubblici ministeri Nicola Piacente e Silvio Franz durante la lettura della sentenza. A partire proprio dall’aggravante di finalità terroristiche, riconosciuta a un attentato che aveva fatto paura all’Italia: poteva non essere un caso isolato.
La vittima, ha fatto sapere il suo legale Corrado Pagano, ”si aspettava da parte dello Stato una risposta come questa”. In una lettera depositata in cancelleria, Adinolfi ha anche scritto di non aver mai pronunciato la frase “Bastardi, so chi vi manda”, riferita da Cospito durante la prima udienza.
Giuliana Gambuzza