Eravamo in strada e un randagio ci ha aggrediti. Anzi no: stavamo dormendo sul letto e al risveglio la bambina era in una pozza di sangue. Sono state queste due dichiarazioni di Vincenzo Loffredo, un 24enne di Acerra (Napoli), ad alimentare i sospetti degli inquirenti sulla morte di una bambina di 9 mesi anni sbranata da un cane. La piccola, figlia di Loffredo, è stata uccisa da morsi alla testa e al volto, forse provocati da un attacco del pitbull di famiglia.
Le due versioni – Arrivato alla clinica Villa dei fiori di Acerra con la figlia tra le braccia in gravissime condizioni, Loffredo aveva detto ai sanitari che le ferite erano state causate da un cane randagio che li aveva aggrediti per strada. Con l’arrivo degli inquirenti la versione è però cambiata: Loffredo e la figlia si sarebbero addormentati in casa sul letto intorno alle 22.30 mentre la moglie Angela, ventiduenne, era di turno in pizzeria. Al momento del risveglio, l’uomo avrebbe trovato la figlia in condizioni gravissime, sbranata dal pitbull della coppia. Gli investigatori stanno indagando sulla dinamica dei fatti, dato che sembra poco plausibile che il cane abbia attaccato la bambina in assenza di una causa scatenante. Il padre è stato sottoposto a esami tossicologici che potranno dare indicazioni sul suo stato al momento dell’attacco. I cani della coppia, un meticcio regolarmente registrato, e il pitbull, che invece non lo è, saranno esaminati per verificare tracce biologiche della bambina, mentre l’appartamento della famiglia è stato messo sotto sequestro.
I precedenti – I pitbull sono noti per essere una razza difficile da educare e per questo sono stati coinvolti in diversi casi di aggressioni, specialmente a bambini piccoli, tanto che in alcuni Paesi, come Francia, Inghilterra e Croazia in Europa, è vietato possederli. Meno di un anno fa in provincia di Salerno, a Campolongo, un bambino di 15 mesi era stato azzannato e ucciso da due pitbull mentre era in braccio allo zio, in una dinamica che sembra simile a quella di Acerra. Nel caso del pitbull di Loffredo è emerso che non sarebbe nuovo a episodi di violenza: dai residenti del rione Ice Snei, dove si trova la palazzina in cui abita la famiglia, sono state riportate testimonianze sull’aggressività del cane. Una dogsitter che abitava nelle vicinanze ha raccontato che un anno fa uno dei cani di piccola taglia che aveva in gestione sarebbe stato ucciso con un morso dal molosso, che lo avrebbe azzannato arrivandogli alle spalle. Fatto che è stato confermato anche da altri vicini che avrebbero assistito all’aggressione e hanno in generale manifestato il timore che provavano quando vedevano il cane incustodito nel parco sottostante.
Le reazioni – Data l’estrema cura necessaria per addestrare un pitbull, non mancano da tempo proposte di regolamentarne in modo più stringente il possesso. L’esponente dei Verdi Francesco Borrelli ha dichiarato che «per accudire questo tipo di cani servirebbe un patentino rilasciato dalle autorità veterinarie», mentre l’ex deputato e ministro Carlo Giovanardi, di Popolo e libertà, ha denunciato che «ogni anno ci sono dieci vittime, la metà delle quali bambini». La Federazione nazionale degli Ordini dei Veterinari Italiani ha rilasciato una dichiarazione che esprime cordoglio per quanto accaduto e ribadisce «l’importanza di una corretta gestione degli animali domestici, in particolare dei cani […] L’educazione e la socializzazione degli animali fin dai primi mesi di vita, rappresentano elementi imprescindibili per garantire una convivenza pacifica e sicura. A ciò si aggiunge la responsabilità che hanno i proprietari di informarsi adeguatamente sulle esigenze specifiche fisiologiche ed etologiche dell’animale adottato, cercando di imparare a comunicare con lui in modo chiaro e coerente».