XIII edizione dell’Atlante dell’Infanzia a rischio in Italia (Wired)

I bambini nati a Caltanissetta hanno un’aspettativa di vita minore di 3,7 anni rispetto a quelli di Firenze. Le differenze di sviluppo tra Italia settentrionale e Mezzogiorno impattano anche sulla salute, la crescita e il benessere dei bambini. È quanto emerso dalla XIII edizione dell’Atlante dell’Infanzia a rischio in Italia, intitolato “Come Stai?” e pubblicato da Save the children in vista della giornata mondiale dell’Infanzia e dell’Adolescenza (20 novembre).

I dati – In Italia quasi un milione e quattrocentomila bambini vivono in condizioni di povertà assoluta: in media la percentuale è del 14,2%, ma nel Mezzogiorno sale al 16%. Per quanto riguarda la speranza di vita in buona salute, il divario tra Calabria e provincia di Bolzano è di 12 anni. Per le bambine le differenze sono ancora più ampie: 15 anni in meno per quelle nate in Calabria rispetto alle coetanee del Trentino. Il tasso di mortalità infantile entro il primo anno di vita in Sicilia è il doppio rispetto alla Toscana. Un bambino ammalato del sud ha una probabilità di dover migrare in altre regioni per curarsi del 70% in più rispetto a uno nato al Centro o al Nord.

Le cause – Il divario è determinato sia dal sistema sanitario (nel sud mancano 1400 pediatri ed è crollato il numero dei consultori familiari) che da condizioni economiche, livello di istruzione, ambiente, reti sociali e servizi. Solo il 12% della spesa pubblica per la salute viene utilizzato per la prevenzione e il 6% delle risorse impiegate per l’assistenza ospedaliera sono destinate ai minorenni. L’81,9% dei bambini vive in zone in cui la concentrazione di polveri sottili è superiore ai limiti indicati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come non rischiosi per la salute. I ragazzi che non praticano mai sport sono il 45,5% in Campania contro il 6,9% della provincia di Bolzano.

Fasce di età – La ricerca si è concentrata anche sui ragazzi delle scuole superiori e dell’università. Un sondaggio svolto tra 30mila studenti ha evidenziato come nei primi mesi del 2022 il 28% di loro abbia avuto disturbi alimentari, il 15,5% commesso atti di autolesionismo e il 12% assunto alcol in quantità eccessive. La pandemia ha influito negativamente sul disagio mentale dei giovani: nelle nove regioni italiane oggetto di monitoraggio, i ricoveri per patologia neuropsichiatrica infantile tra il 2019 e il 2021 sono cresciuti del 39,5%. Le prime cause sono la psicosi e i disturbi del comportamento alimentare.