Il ventenne alla guida del Suv Lamborghini che mercoledì 14 giugno ha investito un’altra vettura a Roma è indagato per omicidio stradale. L’impatto ha causato la morte di un bambino di 5 anni, mentre la madre di 28 anni e l’altra figlia di 3 anni hanno riportato ferite gravi. L’incidente è avvenuto intorno alle 14:45 in via Archelao di Mileto nel municipio 10 di Roma, vicino a Ostia. Il ragazzo aveva a bordo altri tre giovani tra i 20 e i 23 anni. Gli agenti della polizia locale hanno sequestrato i telefoni dei ragazzi per verificare se stessero svolgendo una sfida social per il canale di cui fanno parte, TheBorderline. Per i passeggeri potrebbe essere contestato anche il reato in concorso. Gli inquirenti hanno chiesto una consulenza tecnica per accertare la velocità del Suv investitore.

L’incidente – «Ma questo con la Smart che sta facendo?», sono le parole pronunciate da Vito Loiacono, uono dei passeggeri del Suv, in un video ironico pubblicato su TikTok il giorno prima dell’incidente. Per puro caso è stata proprio una Smart la vettura investita dai quattro ragazzi. Alla guida della FourFour c’era una giovane donna di 28 anni, Elena Uccello, madre di Manuel Proietti, il bimbo di 5 anni morto per le conseguenze dell’impatto, e di una bambina di 3. Secondo le prime ricostruzioni la Lamborghini Urus andava a tutta velocità noleggiata dai ragazzi ha investito l’altra vettura che si trovava sulla corsia opposta. Il piccolo Manuel è stato trasportato in condizioni disperate all’ospedale Grassi di Ostia, dove è morto poco dopo per le ferite riportate. La madre e la figlia non sono in pericolo di vita. La donna è ricoverata all’ospedale Sant’Eugenio di Roma, mentre la piccola al Bambino Gesù. Sul luogo dell’incidente era arrivato anche il padre di Manuel che ha provato ad aggredire il conducente del Suv, ma è stato fermato dai presenti. Loiacono su Instagram ha tenuto a precisare che non era lui alla guida della macchina: «Ci tengo solo a dire che io non mi sono mai messo al volante e che sto vicinissimo alla famiglia della vittima».

La sfida social – È al momento al vaglio degli inquirenti, guidati dal procuratore aggiunto Michele Prestipino, l’ipotesi secondo cui i giovani stessero incitando il conducente della vettura e registrando con i loro telefoni la corsa per vincere una sfida social. Nel video (pubbkicato qui sotto) si vedono i ragazzi del canale youtube TheBordeline all’interno della Lamborghini Urus noleggiata in un autosalone di lusso. Da due giorni erano alle prese con una prova di resistenza: rimanere nell’auto in movimento per 50 ore di fila.

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Realizzare sfide considerate “estreme” è l’obiettivo del loro canale youtube come si legge sul profilo del gruppo: «Tra sfide, challenge e scherzi di ogni tipo cercheremo di strapparvi una risata in ogni momento». Il modello è lo youtuber statunitense MrBeast, pseudonimo di Jimmy Donaldson, che attraverso prove basate sulla resistenza propria o dei suoi iscritti finanzia i contenuti e offre premi in denaro che superano spesso le centinaia di migliaia di dollari. L’obiettivo di TheBorderline era simile, accumulare abbastanza finanziamenti da regalare a uno dei follower 1 milione di euro. «Probabilmente non accadrà mai», scrivevano, e dopo questa tragedia sarà così.