Era già in carcere per possesso di documenti falsi, ma ora dovrà rispondere di accuse ben più gravi:  partecipazione e organizzazione terroristica negli attacchi del Bataclan. La Direzione distrettuale antiterrorismo (Dda) di Bari ha notificato ad Athmane Touami, algerino di 36 anni, un provvedimento di fermo. Avrebbe fornito false identità agli assalitori che nel 2015 uccisero 90 persone nel teatro di Parigi.

L’accusa – Le indagini svolte in collaborazione con altre forze di polizia internazionali, hanno accertato la sua vicinanza agli ambienti radicali di matrice jihadista e il suo coinvolgimento negli attentati terroristici che nel novembre del 2015 hanno colpito, oltre al Bataclan, anche lo Stade de France a Saint-Denis e il I, X e XI arrondissement di Parigi. Stando alle ricostruzioni, Athmane Touami, avrebbe fatto parte di una cellula terroristica dello Stato Islamico attiva in territorio francese e belga, con collegamenti in Siria e altri paesi nordafricani. In particolare, avrebbe fornito i documenti contraffatti al gruppo, di cui facevano parte anche i suoi due fratelli Medhi e Lyes. Athmane era già detenuto nel carcere di Bari. Nel maggio 2019, mentre era nel centro di permanenza temporanea per migranti del capoluogo pugliese, gli agenti della Digos lo avevano fermato perché aveva con sé un documento falso che gli aveva permesso di spostarsi liberamente nei paesi dell’area Schengen. Per questo motivo fu condannato a 2 anni di carcere, pena che avrebbe finito di scontare il prossimo 19 giugno.

L’attentato al Bataclan – Erano in 1.500 quella sera all’interno del teatro Bataclan e a suonare era il gruppo americano Eagles of Death Metal. Fu intorno alle 21:40 di quel 13 novembre 2015 che tre uomini vestiti di nero irruppero nel teatro. Armati di AK-47, bombe a mano e cinture esplosive scaricarono la prima raffica di colpi appena superato l’ingresso uccidendo una decina di persone. La maggior parte di chi stava assistendo al concerto ignorò quei rumori pensando facesse parte dello spettacolo. Man mano che i tre uomini si avvicinavano alla platea, il terrore tra i presenti cresceva. Le prime volanti della polizia arrivarono solo alle 22:10. Nel corso delle incursioni, due delle tre cinture esplosive vennero attivate, mentre il terzo attentatore venne freddato dalla polizia durante il tentativo di attivare il detonatore. Il bilancio fu tragico: 90 vittime all’interno del teatro, e 130 nell’intera nottata. La strage al Bataclan è entrata nella storia come la più sanguinosa avvenuta in territorio francese dal termine della seconda guerra mondiale.

I fratelli Touami – Come si può leggere dal provvedimento di fermo, i fratelli Touami erano conosciuti da tempo a Bruxelles come dei semplici borseggiatori. Col tempo, però, si sarebbero specializzati nella falsificazione e ricettazione di documenti falsi, avvicinandosi anche a gruppi di natura jihadista. I loro nomi risulterebbero in connessione sin dal 2010 con alcuni personaggi coinvolti negli attacchi del 2015 e poi del 2016. Tra questi, Cherif Kouachi, conosciuto anche come Abou Essen, che il 7 gennaio 2015 aveva partecipato all’attentato alla sede del giornale satirico “Charlie Hebdo” in cui vennero assassinate dodici persone, e Amedy Coulibaly che fu autore dell’attacco al supermercato kosher “Hypercacher” di Parigi del 9 gennaio 2015 dove morirono quattro persone.

Le prime indagini – Nel luglio 2015, pochi mesi prima degli attentati terroristici di Parigi, Athmane fu arrestato a bordo del treno Parigi-Milano. Era in possesso di carte di identità false rilasciate dalla rete belga denominata “Catalogue“, che avrebbe fornito poi documenti falsi a tutti i terroristi dell’attentato al Bataclan. Il 20 novembre, poco dopo gli attacchi, durante una perquisizione alla casa parigina di suo fratello Medhi, la Polizia trovò una borsa, ritenuta di proprietà di Athmane, in cui c’erano vari documenti falsi e altri rubati, sette telefoni cellulari e diversi dischi rigidi con all’interno 329 fotografie e cinque video legati all’Islam radicale.