
Riccardo Chailly
Milano, Tokyo e Mosca si ritrovano a Bergamo per celebrare la Capitale italiana della Cultura 2023. La Filarmonica della Scala e il pianista giapponese Mao Fujita, diretti da Riccardo Chailly, sono stati i protagonisti del concerto speciale tenutosi al Teatro Donizetti durante il 60° festival pianistico internazionale. Il programma è stato composto di soli artisti russi: Rachmaninov, Stravinsky e Prokof’ev. L’incasso della serata è stato devoluto al Banco dell’Energia, un ente filantropico che aiuta le famiglie in situazioni di difficoltà economica o sociale.
Il programma – Il tema del 60° festival pianistico è in continuità con quello del 2022: Novecento Suite. Quest’anno fa in scena il “vol. 2 – le Anti Avanguardie”, incentrato sui brani musicali che riescono a «parlare un linguaggio contemporaneo e aprirsi all’ascolto senza bisogno di sovrastrutture». Per questo motivo il maestro Chailly ha scelto di portare sul palco del Donizetti i tre compositori russi.
Il concerto n.3 per pianoforte e orchestra (1909) di Rachmaninov è uno dei più difficili brani per pianoforte. Il 2023 è inoltre il 150° anniversario della nascita e l’80° della morte del compositore. L’accoppiata, Chailly-Fujita si ripropone sullo stesso difficile pezzo a distanza di un anno: il talentuoso pianista 24enne si era già esibito nel 2022 con la Filarmonica.
Il Canto funebre n.5 (1908) di Stravinsky, uno degli artisti più importanti dell’avanguardia musicale novecentesca, si può considerare una scelta contemporanea: seppur composto più di un secolo fa per il funerale di Rimsky-Korsakov, il brano era andato perduto durante la Rivoluzione russa del 1917. È stato ritrovato in un armadio nel 2015 dalla musicologa Natalia Braginskaya.
Il programma si è chiuso con l’ultima sinfonia (N.7, 1952) scritta da Prokof’ev: il pezzo, composto per un programma radio desttinato ai ragazzi sovietici, era già stato suonato dalla Filarmonica della Scala diretta da Chailly a fine gennaio al teatro degli Arcimboldi, a causa dello sciopero degli operatori di palco del Piermarini.

Mao Fujita
La serata – Il Donizetti è affollato ma non esaurito. Anche con le luci abbassate e l’entrata dell’orchestra il vociare non si ferma. Solo quando salgono sul palco Riccardo Chailly e Mao Fujita si placa il chiacchiericcio. Il pianista nipponico appare timido e impacciato mentre cammina, ma quando si siede sullo sgabello si trasforma ed è “rock” (per quanto si può essere rock con la musica classica) durante i 40 minuti del concerto di Rachmaninov. Alla fine del pezzo il pubblico gli regala applausi scroscianti. Si sentono anche dei «Bravo!» dai palchi. Fujita concede agli spettatori un bis da solista suonando lo studio in La bemolle maggiore op. 72 n. 11 (1903) del compositore polacco Moritz Moszkowski.
Nel secondo tempo l’orchestra si arricchisce di nuovi strumenti, come le arpe e le trombe, e si crea un ensemble di circa 90 elementi. La Marcia funebre di Stravinsky riscuote un discreto successo, ma è con Prokof’ev che il pubblico si entusiasma: addirittura un spettatore tenta di far partire un applauso alla fine del secondo tempo, ma viene prontamente zittito dal resto della platea. Alla fine della sinfonia, il pubblico tributa un caloroso battimani a tutta la filarmonica e al maestro Chailly. Per il concerto speciale, l’orchestra del Piermarini ha deciso di omaggiare il pubblico di un fuori programma: due tempi, la marcia e il vivace, della suite da The Love for Three Oranges, Op. 33bis (1919) sempre di Prokof’ev.
Il festival – Dal 22 aprile al 16 giugno, a Bergamo e a Brescia andrà in scena il 60° festival Pianistico internazionale. La rassegna musicale quest’anno è resa ancora più importante dalla scelta delle due città orobiche come Capitali italiane della Cultura 2023. Come detto, il tema è la musica delle “anti-avanguardie” del secolo scorso. Il repertorio spazierà da musicisti più famosi come Debussy e Ravel, fino ad arrivare ai grandi compositori per il cinema come Morricone, Rota e Williams. Il festival non si fermerà solo nel Teatro Donizetti e nel Teatro Grande, ma si diffonderà su tutto il territorio cittadino e provinciale: a Brescia sono previsti dei concerti nel chiostro del Museo diocesano, mentre Bergamo espande la rassegna musicale nelle valli, con una serie di concerti in comuni come Nembro e San Pellegrino Terme.