Dovrà affrontare un lungo periodo di riabilitazione la speleologa bresciana Ottavia Piana. È stato tirato un sospiro di sollievo per il salvataggio dopo l’incidente che ha tenuto bloccata sottoterra la 32enne per 75 ore. Ma adesso arriva la faticosa fase della cura. La frana che l’ha fatta cadere per cinque metri le è costata una serie di fratture al femore, alle vertebre lombari e al volto. Nella mattina del 19 novembre, è stata operata per stabilizzare i traumi più gravi. La paziente rimane in prognosi riservata, ricoverata in terapia intensiva e in buone condizioni. Sono state escluse invece lesioni interne o danni irreversibili.

Le cure – Ottavia si trova in ospedale Papa Giovanni XXIII a Bergamo, dove è arrivata con l’elisoccorso. È sostenuta dai famigliari e dal fidanzato, i primi ad averla vista all’uscita dall’Abisso Bueno Fonteno, insieme alla numerosa squadra di salvataggio, fatta di 159 tecnici. Prima è stata visitata alla tenda allestita dal Soccorso alpino a poca distanza dal punto in cui è stata tirata fuori con il verricello agganciato all’elicottero, alle 3 di mercoledì 18 dicembre.

Il luogo dell’incidente – La grotta nella Bergamasca, tra il lago di Iseo e quello di Idro, fa parte del dedalo carsico più grande della Lombardia. Ottavia era nel punto chiamato “Le fate” quando si è separata dal gruppo di colleghi, sabato 14 dicembre, per mappare un cunicolo ancora inesplorato. I due speleologi più vicini a lei si sono poi resi conto di quanto successo e sono riemersi in superficie dopo quattro ore di tragitto per dare l’allerta.

I soccorsi – La 32enne è stata raggiunta attorno alle 8 di domenica mattina da due medici e un’infermiera, che hanno prestato le prime cure e hanno immobilizzato la donna sulla barella. Per farsi spazio sulla via del ritorno sono state usate anche una cinquantina di microcariche esplosive. Il tutto con estrema cautela perché il terreno è cedevole in quel sistema naturale di corridoi sotterranei. Come dichiarato in una nota dal Soccorso alpino di martedì sera, la speleologa era vigile e nelle condizioni di sopportare il trasporto. Nella seconda parte del percorso c’è stato anche un anestesista per farle sopportare i dolori più forti. Ottavia Piana aveva già affrontato una situazione simile nel luglio del 2023, quando era rimasta bloccata per 40 ore nella stessa grotta bergamasca.