Trasformare la vittima in carnefice. Discolparsi dando la colpa a lei, alla donna. Una pazza, un’isterica, una violenta. Rovesciare l’omicidio in legittima difesa. Storie di questo tipo sono all’ordine del giorno in tutto il mondo. Per questo la tv francese M6 ha scelto di parlarne, in occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne, diffondendo il video della confessione rilasciata di fronte ai magistrati lituani dal cantante rock Bertrand Cantat, condannato a otto anni per l’omicidio della sua compagna, l’attrice Marie Trintignant, morta il 1 agosto 2003.

Il video – Sedici anni dopo la tragica vicenda, l’emittente transalpina ha deciso di raccontarne l’aspetto giudiziario, partendo proprio dalla confessione dell’ex cantante dei Noir Désir, registrata il 23 agosto 2003 durante il processo. «È diventata troppo aggressiva, troppo isterica, e mi ha colpito con un pugno in faccia», ha spiegato l’uomo, mostrando ripetutamente ai giudici le braccia e il collo, come a indicare lesioni che non risultano da alcun referto medico. «Poi mi ha afferrato il collo», ha aggiunto, «avevo tracce dappertutto». Solo dopo aver precisato questa supposta attenuante l’uomo descrive la sua reazione. Circa venti colpi sul corpo dell’attrice, tra cui numerosi ematomi in faccia. Cantat ha ammesso di averla colpita con le mani piene di anelli: «Sono andato in preda alla rabbia e ho cominciato a schiaffeggiarla». Fino alla drammatica morte: «Ho provato a buttarla sul divano, ma non ci ho preso: è caduta a fianco». Nell’inchiesta della tv francese compaiono anche le testimonianze dei familiari del cantante, tra cui il fratello Xavier, che giustifica Bertrand ricordando quanto Marie Trintignant fosse deleteria per lui: «Una squilibrata, fragile e violenta. La ragazza ideale per fare festa e sesso».

Marie Trintignant con suo padre Jean-Louis

La vicenda – Tra il 26 e il 27 luglio 2003 Cantat raggiunse la sua compagna a Vilnius, dove l’attrice stava registrando un film in cui impersonava la scrittrice e attrice teatrale Colette. Dopo il violento litigio e le percosse, Cantat sottovalutò quello che stava succedendo e non chiamò i soccorsi fino alla mattina del giorno dopo, ritenendo forse che lo svenimento di Marie fosse dovuto a un abuso di alcol. Anzi, trascorse la notte al telefono col marito di lei, lo scrittore Samuel Benchetrit, per assicurarsi che tra loro fosse finita per sempre. Inutile il ricovero d’urgenza dell’attrice: la violenza dei colpi le causò un edema celebrale. Prima entrò in coma e poi morì cinque giorni dopo, il 1 agosto.

Dopo la condanna – Bertrand Cantat ha ottenuto la libertà condizionale nel 2007, dopo aver scontato metà della sua pena per omicidio colposo. Una condanna lieve, anche grazie alla linea difensiva mirata a farlo passare come una vittima della violenza della donna. Dopo l’uscita dal carcere l’uomo ha ricominciato a incidere dischi, lanciando l’album Amor Fati (Accettare il proprio destino). Nel 2010 l’ex moglie Kristina Rady si è tolta la vita. La Procura di Bordeaux ha riaperto l’indagine del 2013 con una serie di registrazioni telefoniche in cui la donna dichiarava di essere stata picchiata ripetutamente da Cantat. Il caso è stato tuttavia chiuso con una sentenza di non luogo a procedere.