Svolta decisiva sul caso Bibbiano: assolto in appello da tutte le accuse Claudio Foti, lo psicoterapeuta fondatore della onlus torinese Hansel & Gretel condannato in primo grado a quattro anni nell’inchiesta “Angeli e demoni” sui presunti affidi illeciti nel comune emiliano. Accusato di abuso d’ufficio, lesioni dolose gravi e frode processuale, Foti è stato scagionato dalla Corte di Appello di Bologna sia per l’insussistenza del reato di lesioni dolose gravi ai danni di una sua paziente minorenne all’epoca dei fatti, sia per non aver commesso abuso di ufficio. Sentenza in abbreviato per lo psicoterapeuta, mentre continua il processo a Reggio Emilia per gli altri 17 imputati che hanno optato il rito ordinario.
La reazione di Foti – Il verdetto è arrivato poco dopo le 19:30, al termine di una lunga camera di consiglio. «Hanno vinto la verità e la giustizia, dopo quattro anni di gogna. Ho pianto, si è incrinato il teorema accusatorio», ha affermato Foti uscendo dalla Corte bolognese, «questa assoluzione mi restituisce la dignità e l’onore che merito: non ho mai fatto del male ai miei pazienti, li ho sempre aiutati».
Secondo il gup, tra il 2016 e il 2017 lo psicoterapeuta aveva causato disturbi depressivi ad una minore in terapia «tramite domande suggestive», inducendo nella giovane la convinzione di aver subito abusi sessuali dal padre. Intervenuto dopo la sentenza di assoluzione anche l’avvocato difensore Luca Bauccio: «Claudio viene riscattato dopo 4 anni di persecuzione e umiliazioni come uomo e come psicoterapeuta: ha vinto la giustizia».
Intanto la procuratrice generale reggente di Bologna Lucia Musti ha annunciato che si leggeranno le motivazioni e all’esito si valuterà se sussistono spazi per un ricorso in Cassazione. L’assoluzione di Foti potrebbe risultare significativa per il sindaco di Bibbiano Andrea Carletti:l’accusa di abuso di ufficio contestato a Foti era infatti stata emessa come reato in concorso con il rappresentante del Pd, che potrebbe dunque essere prosciolto.
Lo sconforto delle vittime – «Alcune delle vittime sono sconcertate», afferma l’avvocato difensore di parte civile Domenico Morace, «non riescono a comprendere come sia possibile una simile decisione a fronte di quanto hanno subito». L’esito del processo, a detta del legale, lascia spazio a molte perplessità.
I fatti – Nell’estate del 2018 alla procura di Reggio Emilia era stato riportato un aumento considerevole di episodi di violenza e abuso su minori relativi ai due anni precedenti. Il 26 giugno 2019 il gip di Reggio Emilia Luca Ramponi aveva firmato l’ordinanza che iscriveva al registro degli indagati 24 persone, di cui 16 in misura cautelare. Si trattava di amministratori, assistenti sociali e psicoterapeuti ealla rete dei Servizi sociali della Val d’Enza, sospettati di aver redatto o agevolato relazioni false per allontanare bambini dalle loro famiglie e darli in affido alla struttura pubblica La Cura, a Bibbiano, gestita dalla onlus “Hansel e Gretel”, diretta appunto dallo psicoterapeuta Claudio Foti. Secondo la procura di Reggio Emilia, gli illeciti avvenivano a margine di sedute di psicoterapia aggressive e fuorvianti nei confronti dei minori, che venivano spinti ad accusare genitori e parenti di abuso sessuale.
Nel caso dell’accusa a Foti per lesioni gravi, era stato contestato l’uso della tecnica terapeutica EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing), che attraverso un apparecchio chiamato NeuroTek manda ai pazienti stimoli acustici e tattili. Questa modalità viene generalmente utilizzata per trattare disturbi connessi a traumi e stress. Il caso più rilevante, tuttavia, è legato alla presunta falsificazione di un atto pubblico. Si tratta del disegno di una bambina (allontanata dalla famiglia d’origine per presunti abusi), che la raffigurava accanto l’ex compagno della madre: secondo il gip, la psicologa assegnata alla minore avrebbe intenzionalmente modificato il disegno, aggiungendo delle mani che dal corpo dell’uomo arrivavano all’altezza dell’area genitale della bambina per segnalare la violenza.
Il tormentone «Parlateci di Bibbiano» – A seguito degli arresti e dello scoppio del clamore mediatico, destra e Movimento Cinque Stelle lanciarono lo slogan «Parlateci di Bibbiano». Sia il Comune emiliano che la Regione erano infatti sotto la direzione del Partito Democratico: in particolare, il sindaco Andrea Carletti era stato accusato di falso (da cui è stato assolto) e abuso di ufficio, per cui resta ancora sotto processo. La leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni si era fatta fotografare di fronte al cartello di ingresso della città con alcuni cittadini, girando un video di denuncia in cui esclamava: «Siamo stati i primi ad arrivare. Saremo gli ultimi ad andarcene!»