Sono emerse «evidenti somiglianze» tra gli incidenti che hanno visto precipitare due Boeing 737 Max 8 a soli cinque mesi di distanza l’uno dall’altro. Lo ha detto il ministro dei Trasporti etiope, Dagmawait Moges, aggiornando così la situazione relativa all’esame delle scatole nere, attualmente in analisi in Francia. Lo schianto del volo Ethiopian Airlines 302, avvenuto poco dopo il decollo da Addis Abeba lo scorso 10 marzo, ha provocato 157 vittime, tra cui otto italiani, e sin da subito ha ricordato la sciagura della Lion Air, compagnia indonesiana. Il velivolo, in volo da Denpasar a Giacarta, era precipitato il 30 ottobre 2018, uccidendo 189 persone.

Somiglianze – Secondo Moges, la scatola nera dell’aereo etiope ha registrato le comunicazioni a bordo, tra la torre di controllo e il pilota. Stando a quanto riporta la Reuters, il capitano avrebbe chiesto di poter salire rapidamente di quota e poi di rientrare, lamentando un problema al sistema di controllo del volo. Proprio quest’ultimo elemento avvicinerebbe ancora di più le due sciagure. In entrambi i casi i piloti stavano cercando di tornare all’aeroporto di partenza e, secondo quanto riportato dall’Amministrazione federale per l’aviazione americana, i satelliti hanno registrato improvvise variazione di quota, sintomo dei problemi dei piloti a controllare in maniera adeguata l’aereo.

Silenzi – Nessuna novità sul fronte francese per il momento. I tecnici – incaricati di esaminare l’altra scatola nera, quella relativa ai dati di volo – non hanno ancora finito di analizzare il contenuto della prova, ricevuta giovedì 14 marzo. Sull’argomento rimane il silenzio dell’ente Usa per la sicurezza dei Trasporti e della stessa Boeing. I dubbi in merito al presunto difetto nei sensori e nel sistema software del modello 737 Max 8 di cui si è tanto parlato, quindi, rimangono, tanto che il modello rimane interdetto nello spazio aereo di molti Paesi, tra cui Usa e Italia.

I Paesi che hanno interdetto il Boeing 737 Max 8 dai loro cieli (ANSA / CENTIMETRI)

Funerali – La violenza dell’impatto e il successivo incendio stanno rendendo complicato e lungo il processo per il riconoscimento delle salme. Alcune famiglie delle vittime hanno riferito di aver ricevuto dalle autorità etiopi un sacchetto di terra bruciata raccolta nel luogo dello schianto, per poterlo utilizzare durante le cerimonie funebri. Nelle strade della capitale etiope, invece, si è svolto ieri, 17 marzo, un funerale simbolico. Durante la cerimonia sono sfilate in processione 17 bare vuote, avvolte nella bandiera nazionale. Una cerimonia commovente, durante la quale diversi familiari dei deceduti sono svenuti per l’emozione.