Spara a un uomo davanti a un bar e poi, con la stessa arma, si toglie la vita, a pochi passi dalla tomba della figlia. È successo nella notte del 20 novembre a Bologna. I Carabinieri hanno trovato il corpo dell’omicida nella sua auto alle 11.30, quando ormai era tutto finito.

La tragedia è cominciata intorno alle 20.40 nella periferia est della città, quartiere San Donato. Stefano Cagna, imbianchino di 34 anni originario di Brescia, ha parcheggiato davanti al bar Texas di via Beroldo. Ma non è neppure riuscito a raggiungerlo, freddato in strada da quattro colpi di pistola.

A sparare è Salvatore Ferrara, 54 anni, imprenditore edile di Borgo Panigale. Ha inseguito la vittima fino all’uscio del locale e, dopo la prima raffica, l’ha finito con un quinto colpo alla testa. I due si conoscevano, dicono al Texas, proprio perché frequentavano entrambi il bar. Pare però ci fosse anche una questione di soldi: si parla di cinquemila euro che Cagna doveva all’imprenditore poi diventato il suo assassino.

Il killer è fuggito in auto e si è fermato nella periferia ovest in via Cavalieri Ducati, poco lontano dal cimitero di Borgo Panigale dove è sepolta la figlia, scomparsa due anni fa – il 22 novembre 2010 – per un male incurabile. Qui si è sparato alla tempia.

Le indagini, coordinate dal Pm Gustapane, puntano ora ad accertare il movente. Si cerca anche di far luce sulla provenienza della pistola usata da Ferrera, una calibro 7.65, forse ricettata. Il proprietario ne aveva denunciata la scomparsa tempo addietro. Ferrara, incensurato, ha esploso diversi colpi che non sono andati a segno e pare non fosse abituato ad usare armi.

Eva Alberti