“Scemo, zozzo, bastardo”. Questi gli insulti che i bambini ricevevano dalle loro maestre d’asilo. Alla scuola materna San Romano di Roma, quartiere Tiburtino, sono scattati gli arresti per un’insegnante e la coordinatrice. L’accusa è quella di maltrattamenti e percosse.

Diversi i comportamenti violenti e denigratori nei confronti dei piccoli. Un bimbo, “colpevole” di essersi fatto la pipì nei pantaloni, è stato costretto ad asciugarla con un fazzoletto di carta, dopo essere stato minacciato, davanti agli altri bambini, di fargliela pulire con la faccia. I più grandi sono stati incitati come “kapò” a usare violenza sui più piccoli, anche quelli con difficoltà psicoinfantili. «Vai da lui e schiaffeggialo», erano gli ordini che dava la maestra ad alcuni.

Le due donne state incastrate dalle telecamere, installate nelle aule dagli inquirenti dopo un’indagine tecnica. La direttrice avrebbe messo a tacere i comportamenti, anche ricorrendo a forme di intimidazioni e ritorsioni nei confronti di chi accusava la maestra. A segnalare per primi gli episodi sono stati alcuni colleghi e genitori. Le famiglie si sono radunate davanti all’istituto per chiedere spiegazioni. Alcune sono intenzionate a ritirare i figli dalla scuola, e vogliono «sapere la verità. Vogliamo vedere i video registrati dalla polizia in aula e capire che cosa succede in questa scuola».

Il presidente dell’Osservatorio sui Diritti dei Minori, Antonio Marziale, ha proposto di «sottoporre periodicamente a verifiche psicologiche i docenti». Il reiterarsi di crimini contro i bambini nelle scuole «comincia a produrre una statistica tale da autorizzarci a parlare di vera e propria emergenza, che non può più essere affrontata se non preventivamente».

Il comportamento della direttrice e della maestra dell’asilo costituiscono «una pagina orrenda e inqualificabile che mai avrei voluto leggere, come donna, come madre e come vicesindaco», ha detto il vicesindaco di Roma Sveva Belviso. Verso questi fenomeni di violenza del corpo insegnante «non può che esserci una condanna totale, assoluta, anche a tutela della stragrande maggioranza delle operatrici che ogni giorno si prodigano con cura e amore per una crescita serena dei nostri figli. Insultare i bambini e maltrattare i disabili sono atteggiamenti bestiali e non sono ammissibili giustificazioni o comprensioni di alcun tipo».

Silvia Morosi