Li hanno definiti “piccoli eroi” per la  fermezza di spirito che hanno dimostrato nel resistere alla pressione e per la loro capacità di reagire, malgrado fossero presi in ostaggio e in pericolo di vita. Circa una ventina dei 51 studenti dell’istituto Giovanni Valiati di Crema sono ritornati a scuola all’indomani dell’evento traumatico di cui sono stati protagonisti. Bloccati all’interno di un pullman guidato da un autista intenzionato a farli esplodere, alcuni con mani legate, senza cellulari e lanciati in una corsa folle verso l’aeroporto di Linate sotto minaccia di morte. Alla guida del mezzo, l’autista senegalese Ousseynou Sy, in Italia da 15 anni e da tutti conosciuto come “Paolo” in città, che aveva ammassato 10 taniche di benzina con l’obiettivo di far esplodere il bus in un gesto drammatico, a suo dire, per fermare le morti in mare casate dal governo italiano. Un fatto che avrebbe paralizzato chiunque, ma che i ragazzini di seconda media sono riusciti a gestire chiamando la polizia e scampando la tragedia.

“Ousseynou Sy non doveva guidare quel bus” – Il giorno dopo l’incidente, i genitori hanno riaccompagnato i ragazzini a scuola, ma la scossa di quanto è accaduto non ha avuto un impatto trascurabile sulla vita dei giovani studenti coinvolti nel fatto e dei loro compagni. «Ho deciso di portarla anche perché a casa avrebbe guardato la tv e si sarebbe ancor più preoccupata. Questa notte non ha dormito». Ha commentato una mamma all’ingresso dell’istituto del cremasco. Mentre non si placano le critiche nei confronti di Autoguidovie. la società alla quale apparteneva il pullman che trasportava i bambini. L’accusa che viene rivolta alla società è che abbia permesso che Sy guidasse il mezzo nonostante i precedenti per molestie nei confronti di una minore e il ritiro della patente per guida in stato di ebbrezza.«Non si fanno controlli – Ha commentato un papà – Conosco una persona che è andata in pensione e che lavorava per un’azienda di Milano: faceva controlli sulle sue condizioni quasi ogni mese. É inaccettabile che sia accaduto questo». Nel frattempo, sono stati presi provvedimenti per prestare il dovuto supporto psicologico ai 51 studenti. «Abbiamo incontrato e ascoltato i bambini e le loro famiglie, verificando le loro condizioni e acquisendo ulteriori informazioni dalle forze dell’ordine e dal 118 – ha commentato i sindaco di Crema, Stefania Bonaldi – Sarà importante garantire però ai ragazzi e alle loro famiglie assistenza psicologica per il trauma di enorme gravità che hanno subito, e a tal proposito è già partito in collaborazione con la Prefettura di Cremona un piano adeguato che coinvolgerà ragazzi, famiglie ed insegnanti e verrà seguito dai nostri Servizi sociali».