Le prime tracce già affiorano. Frammenti di carbonio e qualche scia di carburante nell’Adriatico. Sono proseguite tutta la notte le ricerche del caccia statunitense F16, che si è inabissato lunedì 28 gennaio nel tratto di mare di fronte a Ravenna.

Verso le 4 un peschereccio di Cesenatico ha recuperato alcuni frammenti di carbonio che potrebbero appartenere al velivolo, anche se al momento non ci sono notizie né del pilota né dell’aereo.

Potrebbero aiutare a individuare il velivolo anche le scie di carburante trovate nel tratto di mare davanti al Ravennate, tra Lido di Savio a nord e Cervia a sud, dove ora si stanno concentrando le operazioni della Capitaneria.

Tracce che sembrano confermare la prima ipotesi. Il guasto sarebbe stato talmente improvviso e grave “da non dare al pilota il tempo di reagire e di azionare il dispositivo” di auto-espulsione, spieganodalla base militare statunitense di Aviano, da dove il caccia era decollato lunedì.

Il pilota, unico a bordo (contrariamente a quanto avviene di solito), avrebbe segnalato un “problema” non meglio identificato. I contatti radio con la base erano stati persi mentre l’aereo – impegnato in un esercizio di formazione con altri velivoli – sorvolava la zona al largo di Cervia. L’ultima comunicazione con la torre di controllo risale alle ore 20.

L’aereo gemello, che volava in coppia con l’F-16 disperso, aveva ricevuto il segnale di “mayday”, ma non era stato in grado di vederne la traiettoria di caduta.

Alle ricerche si sono aggiunti anche i militari del 31esimo Fighter Wing, dell’Aeronautica militare italiana e i sommozzatori della Capitaneria di San Benedetto del Tronto.

Stefania Cicco