Celledizzo

Celledizzo (Trento) – Wikimedia Commons

Un colpo di fucile alla nuca sparato da una distanza di almeno mezzo metro. Non è stato dunque ujn suicidio ma un omicidio la causa della morte di Massimiliano Lucietti, trovato senza vita nei boschi di Celledizzo (Trento) nella mattina di domenica 30 ottobre. Il suo corpo era stato rinvenuto da un altro cacciatore, Maurizio Gionta, che si è suicidato il giorno successivo.

L’autopsia – I risultati dell’esame sul corpo del ventiquattrenne cacciatore eseguita mercoledì 2 novembre hanno escluso l’ipotesi di un suicidio. Il proiettile non è entrato dal collo per poi uscire dalla nuca, come sembrava in un primo momento, ma ha seguito la traiettoria opposta. Di conseguenza, il colpo non può essere stato esploso dal basso verso l’alto dallo stesso Lucietti. La procura di Trento ha aperto un fascicolo per omicidio colposo, per ora a carico di ignoti, affidato al pm Davide Ognibene.

Doppio mistero – Aumantano dunque gli interrogativi su quanto è successo a Celledizzo, comunità di appena 350 abitanti nel Comune di Peio (Trento). All’assassinio di Lucietti si aggiunge il suicidio di Maurizio Gionta, 59 anni, il cui cadavere è stato scoperto lunedì 31 ottobre, sempre nei boschi che circondano il paese. Era stato proprio Gionta a notare il cadavere di Lucietti, appena 24 ore prima, e a dare l’allarme. Prima di togliersi la vita, Gionta, ex guardia forestale, ha lasciato un biglietto. Chiede di non essere incolpato per la morte di Lucietti. Eppure, il cacciatore non risultava indagato, anche se gli inquirenti lo avevano ascoltato come persona informata sui fatti.

La perizia balistica – Una svolta nel caso di Celledizzo potrebbe arrivare dalle analisi sui fucili di Lucietti e Gionta, entrambi sequestrati dai carabinieri del Ris (Reparto Investigazioni Scientifiche). Le perizie balistiche appureranno se il proiettile che ha freddato Lucietti è compatibile con una delle due armi. A quel punto gli inquirenti disporranno di ulteriori elementi per cercare di sbrogliare la matassa, che al momento resta intricata. Le dinamiche del delitto sono ancora avvolte nel mistero, così come il movente. Lucietti è morto per un tragico incidente, oppure qualcuno lo ha ucciso volontariamente? Il colpo fatale è partito dal suo fucile o da quello di Gionta, oppure sulla scena del crimine c’era una terza persona? Domande per ora senza risposta.